Ex Ilva, c’è l’accordo: ‘cassa’ dimezzata, in 323 tornano al lavoro
Sciolto il presidio davanti ai cancelli di uscita merci dello stabilimento
NOVI LIGURE – Accordo tra i rappresentati sindacali dei lavoratori dello stabilimento ex Ilva di Novi Ligure e ArcelorMittal, la società che gestisce i siti produttivi del gruppo siderurgico italiano dal settembre 2018.
L’ipotesi d’intesa è stata raggiunta in videoconferenza da dirigenti e Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, affiancati dai componenti della rappresentanza sindacale unitaria dello stabilimento, che poi sono andati a riferire ai lavoratori in assemblea davanti ai cancelli e, ottenuto l’assenso, sono tornati per firmare l’accordo in modalità telematica.
Il patto prevede il rientro in fabbrica di 323 lavoratori nelle quattro settimane del mese di giugno. Sono circa la metà dei 660 dipendenti che Arcelor Mittal aveva collocato in cassa integrazione ‘Covid 19’ per 5 settimane. I delegati sindacali hanno chiesto e ottenuto la rotazione, per spalmare su tutti il peso della decurtazione economica. Ogni settimana i dirigenti e i componenti della rsu faranno il punto della situazione per far coincidere le esigenze industriali e quelle dei dipendenti.
ArcelorMittal ha accettato di anticipare la corresponsione degli emolumenti che spettano a chi è in cassa integrazione, in attesa dei versamenti dell’Inps. Altro particolare inserito nell’accordo è la maturazione dei ratei di ferie, scatti di anzianità e pensionistici. Domani rientreranno in fabbrica 113 dipendenti per preparare le linee di produzione alla ripartenza. Lunedì prossimo 323 addetti alla produzione in stabilimento e avviamento di decatreno e ricottura continua.
Poco fa, appena firmato l’accordo, i lavoratori hanno sciolto il presidio davanti ai cancelli di ingresso merci dello stabilimento ex Ilva di Novi Ligure.