Azione Tortona: tre anni al servizio dei cittadini
Un bilancio da parte di Andrea Mantovani, responsabile dell'associazione legata a Casapound Italia
TORTONA – “Sembra ieri quando ci siamo presentati davanti all’ospedale protestando con uno striscione che ribadiva il diritto alla cura e chiedeva la riapertura e la riattivazione dello stesso, invece sono già passati tre anni.” A parlare è Andrea Mantovani, responsabile di Azione Tortona, salita alla ribalta durante l’emergenza sanitaria per un grande aiuto sociale nelle piccole cose di tutti i giorni.
“La nostra associazione nasce nel 2017 – racconta Andrea – ed è stata fondata su iniziativa mia e di una decina di altri attivisti con lo scopo di essere utili alla comunità locale con azioni sociali nella nostra città. Indubbiamente è stata influenzata dalla mia esperienza personale all’interno di Casapound Pavia, che mi ha spinto a costituire qualcosa di simile anche a Tortona che avesse lo stesso scopo e che riproponesse nel contesto locale quello che loro facevano come le raccolte alimentari, la riqualifica dei parchi e il doposcuola sociale. Credo che avere portato anche qui a Tortona questo tipo di sostegno alla società sia stato una cosa positiva.“
La matrice d’origine diventa esplicita poco dopo la fondazione: “In partenza l’associazione era nata per essere apolitica, ma in seguito si è legata a Casapound Italia, che peraltro dopo il 2018 non esiste più come partito politico di estrema destra ma solo come movimento del quale peraltro appoggiamo sia le idee che le battaglie politiche cercando di riportarle sul sociale.”
Da quel primo striscione di cose ne sono state organizzate. “Abbiamo subito riproposto le collette alimentari per aiutare le persone in difficoltà, poi ci siamo dedicati alla riqualifica dei parchi cominciando da quello di viale Kennedy che dà sul torrente Ossona, per poi passare al parco Lavello e infine alla pulizia di tutta la zona del parco Castello che ci ha impegnato per alcune domeniche. Ci tengo a precisare che tutte queste cose non sono state fatte in contestazione all’amministrazione comunale passata e presente, ma solo perché crediamo che sia giusto dedicare parte del nostro tempo facendo qualcosa di utile per la nostra città.”
L’attività di doposcuola sociale per i più piccoli è stata particolarmente apprezzata: “Sì, ora ovviamente è sospesa ma per due anni fino al blocco delle attività scolastiche una nostra volontaria forniva assistenza gratuita a una decina di famiglie che non si potevano permettere le cifre delle lezioni private, una consuetudine che noi consideriamo una vergogna: l’istruzione deve essere disponibile per tutti. Il vantaggio di fare questo tipo di servizi di assistenza in un piccolo paese è che conosci tutti quelli che ti chiedono un aiuto, per cui la dispersione è minima: non potendo ovviamente chiedere documenti che dimostrassero il reddito siamo andati spesso personalmente a constatare di persona la situazione di chi era in difficoltà e ultimamente abbiamo cominciato a collaborare anche con il servizio civile, per cui quando interveniamo segnaliamo chi abbiamo aiutato e se c’è qualcosa di strano ce lo segnalano subito.”
Durante la pandemia avete dovuto collaborare con molte altre realtà, è stato difficile o avete visto una diffidenza da parte loro? “Assolutamente no: abbiamo collaborato con la protezione civile, con la croce rossa, con i supermercati, con il comune e nessuno di loro ha mai sollevato problemi. Addirittura è stato molto bello collaborare con la comunità islamica, per esempio durante i turni di presidio dei varchi ospedalieri misurando la temperatura di chi entrava: anche loro hanno fatto molto per Tortona durante l’emergenza sanitaria e noi abbiamo un grande rispetto per tutte le culture e crediamo che loro debbano difendere le loro tradizioni.”