Il consiglio discute dello stabilimento Refuel
OVADA – Approda all’esame del consiglio comunale di Silvano d’Orba la questione dell’insediamento nell’area della Caraffa dello stabilimento per il trattamento dei rifiuti di Refuel, azienda della galassia del gruppo Benfante. In video conferenza, domani mattina dalle 9.30, saranno esaminate l’informativa sull’iter autorizzativo, le comunicazioni del sindaco e la variante urbanistica, inserita in un secondo momento. Un tema, quello dell’impianto per la produzione di combustibile derivanti dagli scarti della lavorazione di carte e plastiche, di cui si discute dallo scorso ottobre. In quell’occasione furono i vertici di Refuel a presentare il progetto individuato per uno dei capannoni lasciati liberi dal fallimento della Sapsa Bedding. «Pensiamo – chiarì Enzo Scalia, direttore di Relife Group– che questo stabilimento possa diventare tra i primi dieci in Europa per qualità della lavorazione e contenuto tecnologico. A regime lavorerà per 310 giorni all’anno. Il sito copre una superficie di circa 9.000 metri quadri per la lavorazione con annesso capannone atto allo stoccaggio di 4.000 metri quadri». Il progetto ha evitato la fase di Valutazione di Impatto Ambientale, l’iter autorizzativo però prosegue. Parere critico è stato espresso sia da Legambiente che giudica non idonea l’area e che esprime perplessità su conseguenze sulla viabilità e sulla qualità dell’area e il comitato creato dai residenti dell’area interessata tra Silvano, Tagliolo e Lerma.
Fa parte della galassia Relife Benfante, il colosso del trattamento dei rifiuti. «Pensiamo – ha spiegato Scalia – che questo stabilimento possa diventare tra i primi dieci in Europa per qualità della lavorazione e contenuto tecnologico. A regime lavorerà per 310 giorni all’anno. Il sito copre una superficie di circa 9.000 metri quadri per la lavorazione con annesso capannone atto allo stoccaggio di 4.000 metri quadri».
«A pieno regime – ha precisato Cartosio – dopo 24, 36 mesi, tratteremo con procedimenti a freddo 140.000 tonnellate all’anno di rifiuti. La ricaduta occupazione sarà di trenta assunzioni dirette in un primo momento con possibilità di altri 60 posti di lavoro nell’indotto». Scalia ha parlato anche dei timori circolati soprattutto a Silvano d’Orba dalla notizia dell’insediamento e dopo la prima conferenza dei servizi in Provincia dello scorso luglio.
«La logistica – ha affermato – è la nostra prima preoccupazione. Prevediamo non più di dieci bilici al giorno in ingresso, in arrivo dal casello di Novi Ligure, e altrettanti in uscita diretti verso sud. Silvano è stata scelta perché si trova in posizione strategia rispetto agli altri stabilimenti del gruppo collocati perlopiù tra il Piemonte e la Liguria».
Nella giornata di ieri si è tenuta anche una riunione informativa con il sindaco di Silvano d’Orba, Pino Coco, e i vertici regionali di Legambiente. «Quanto è stato esposto – ha commentato il primo cittadino – mi pare abbastanza rassicurante. Non abbiamo problemi ad accogliere l’insediamento se dalla conferenza dei servizi arriverà il via libera. Serve però che le parti in causa si muovano nella massima trasparenza». Più scettici gli attivisti dell’associazione ambientalista. «E’ necessario – spiega Michela Sericano, segretario del cicolo ovadese – che si proceda alla Valutazione di Impatto Ambientale e Legambiente chiede di essere presente per le nostre osservazioni su quantitativi di rifiuti, emissioni in atmosfera e notevole aumento del traffico».