Ilva, i lavoratori in ‘cassa’ protestano davanti ai cancelli
Sciopero a oltranza dalle 6 di questa mattina
NOVI LIGURE – Dalle 6 di questa mattina i lavoratori dello stabilimento Ilva di Novi Ligure sono in sciopero ad oltranza per protestare contro la decisione di ArcelorMittal di ricorrere ad altre cinque settimane di cassa integrazione ‘Covid’, appena due settimane dopo aver chiesto la deroga al prefetto di Alessandria per anticipare la ripresa dell’attività.
I cassaintegrati si sono ritrovati di buon mattino davanti alla portineria del sito industriale, dove hanno formato un corteo e, in fila indiana sul lato di strada per Bosco Marengo e con la mascherina a protezione di bocca e naso, hanno raggiunto l’ingresso carrabile dove entrano ed escono i tir con la merce.
Evidente l’intenzione di sottolineare la collocazione in cassa integrazione di 660 dipendenti e di lasciarne al lavoro una ventina per spedire la merce, oltre ai 40 che sono precettati per la sorveglianza degli impianti.
Considerazioni, queste, che oggi pomeriggio i delegati sindacali esprimeranno nell’incontro fissato per le 17 con il sindaco Gian Paolo Cabella, che stamane si è presentato davanti ai cancelli dello stabilimento con la fascia tricolore. Presenzieranno anche il vice sindaco Diego Accili e i componenti di giunta e consiglio comunale, seppure in numero da evitare assembramento.
Ieri sera i segretari provinciali di Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil e i delegati della rappresentanza sindacale hanno inviato una richiesta di incontro al prefetto di Alessandria. Il caso ex Ilva è già approdato all’attenzione del Parlamento per iniziativa dei deputati Federico Fornaro e Luca Pastorino del gruppo Liberi e Uguali, che hanno sollecitato il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, a prendere in esame la grave situazione.