Ex Ilva, i sindacati chiedono l’intervento del Prefetto
NOVI LIGURE – “Non si continui a speculare sulla pelle dei lavoratori”: questa la perentoria affermazione dei componenti delle segreterie territoriali di Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil e della rappresentanza sindacale unitaria dello stabilimento ex Ilva di Novi Ligure, al termine dell’incontro per chiedere ai dirigenti di ArcelorMittal (l’azienda che gestisce lo stabilimento) i motivi della richiesta di proroga della cassa integrazione ‘Covid 19’.
I sindacati hanno annunciato che chiederanno l’intervento del Prefetto e di tutte le istituzioni al fine di affrontare questo grave problema sociale ed occupazionale per il territorio alessandrino. Anche perché la situazione è indecifrabile: “Solo due settimane fa ArcelorMittal ha presentato richiesta di deroga al Prefetto di Alessandria per anticipare la ripartenza dello stabilimento chiuso in base alle ordinanze ministeriali, argomentando l’urgenza di ordini da spedire e l’esigenza di ripartire per non perdere clienti. Adesso, a ripartenza non ancora completata, si chiede la cassa integrazione”.
Nell’incontro con i dirigenti dell’azienda, è stata ribadita l’esigenza di un piano industriale serio e chiesta un’integrazione salariale durante il periodo di cassa, al fine di attutire l’impatto economico e sociale che l’ammortizzatore sociale comporta.
I rappresentanti della proprietà hanno però dichiarato di non avere al momento nessun mandato per proseguire la trattativa. Il tavolo è stato riconvocato per lunedì. Nel frattempo sarà chiesto l’intervento del Prefetto di Alessandria.