Valenza: 476 tamponi effettuati, una settantina i positivi
Parla il sindaco Barbero in occasione del 1° maggio
VALENZA – Il sindaco di Valenza Gianluca Barbero approfitta del 1° maggio per un nuovo messaggio (affidato a Facebook) di aggiornamento sulla situazione in città. «A fronte di 476 tamponi effettuati abbiamo la solita settantina scarsa di positivi. Credo che dopo le discussioni, anche accese dei primi tempi, si sia ormai compreso che sull’esattezza dei numeri sia meglio mantenere un certo grado di tolleranza. La situazione appare stabilizzata e a fronte dei circa 10/15 tamponi quotidiani si annullano nuovi positivi e negativizzazioni».
Il primo cittadino, a poche ore dalla “Fase 2”, manifesta timori e speranze: «Sono molto preoccupato della capacità, dopo la straordinaria risposa dei primi tempi, che il paese non pare dimostrare di fare squadra e cioè di mettere il paese davanti al singolo. Non che io non riconosca il diritto del singolo ma penso che non vi sia una via individuale di uscita. Stiamo vivendo in queste ore un accesa divisione tra i diritti della salute e della sicurezza e le necessità del lavoro e dell’economia come se le 2 parti non fossero complementari. La domanda è può esistere salute senza lavoro e può esistere lavoro senza salute? Se la risposta è quella che immagino corre l’obbligo di arrivare con il sacrificio di tutti noi al giusto equilibrio e per fare questo inevitabilmente bisogna rinunciare a qualcosa da una parte e dall’altra. Occorre forse anche provare a immaginare qualcosa di diverso anche perchè queste lunghe settimane ci hanno insegnato che qualcosa di diverso può succedere».
«A 68 giorni dalla riunione del 23 Febbraio in cui decidemmo la chiusura dell’Uspidalì, ci sono ragazzi e volontari che stanno organizzando la consegna a casa degli indumenti dei bambini dell’Opera Pia, ieri lo hanno fatto per quelli rimasti negli asili comunali. Lunedì partirà la fase 2 dell’aiuto alimentare che ha portato a dare i buoni spesa con la consegna di borse da parte del volontariato coadiuvato dal Comune e stiamo organizzando anche l’eventuale consegna delle mascherine regionali. Non abbiamo aderito alla possibilità di consegna nelle buche delle lettere da parte della posta, vogliamo e dobbiamo bussare ad ogni porta e metterci ancora una volta al servizio della comunità. Tutta questa fatica e questi straordinari atti di generosità non possono e non devono essere cancellati dal ritorno alla “normalità” precedente ma dobbiamo farli diventare sistema e il modo n cui viviamo la nostra comunità. Una parte delle risposte alle domande è nel pensare e pensarci come parti di un grande insieme che è la nostra comunità. Allora forse anche la mascherina diventa una cosa importante se per consegnarmela c’è tanta fatica e se ricambio usandola correttamente».