‘Prima e dopo il Covid19’: più cambiamenti sulla “cura per se stessi”
ALESSANDRIA – Dai risultati del sondaggio proposto da Lab121 (tra fine marzo e metà aprile) ‘Prima e dopo il Covid19’ (link: www.lab121.org/prima-e-dopo-il-covid19/#risposte) per indagare quali abitudini e atteggiamenti sono cambiati o si ha intenzione di mutare e quali invece si vogliono mantenere e proseguire anche dopo l’esperienza di distanziamento sociale e di isolamento imposta dal coronavirus, sono tre gli ambiti più rilevanti sui quali si sono concentrate le 245 risposte arrivate.
Quello che emerge, come considerazione finale, è che “in tempi di distanziamento sociale, nel 60% dei casi le persone hanno risposto innanzitutto pensando alla propria persona”. Infatti a primeggiare – sia nell’ambito delle risposte che riguardavano le cose che già si facevano prima e che si vogliono proseguire anche dopo, sia in quelle che invece si era abituati a fare, ma che non si vogliono più mantenere – è l’ambito “cura per se stessi”. Che significa da una parte mantenere “un benessere spirituale, una alimentazione più sana, così come una maggiore attenzione all’igiene personale e dei luoghi. Ma anche più attenzione alla cultura (libri soprattutto)” e dall’altra smettere invece di “trovare giustificazioni per rimandare impegni e più in generale avere più cura di sè”.
L’altro campo è quello che guarda ai rapporti con famiglia e amici: qui “1 persona su 5 ha riscoperto il piacere della vicinanza con i propri affetti”. Infatti tra le cose che si vuole continuare a fare, anche dopo la fine dell’emergenza, c’è dedicare più tempo e attenzione alla famiglia, più cura nei rapporti con gli altri, anche in termini di solidarietà, oltre che nei confronti di amici. E di contro si vuole perdere la cattiva abitudine “di presatare poca attenzione ai valori sociali e solidali e avere poco rispetto per gli altri”.
Infine l’impatto ambientale: “1 su 4 intende correggere i propri comportamenti verso un minor impatto sociale e ambientale, soprattutto cambiando abitudini di consumo e mobilità”. Infatti nei due ambiti ‘stili di vita e formazione e lavoro’ emerge la volontà di proseguire sulla strada dello smartworking, cercando di evitare spostamenti non necessari e adottando comportamenti più ecologici, con minor utilizzo di auto. Ma anche in altri settori: acquisti a Km0, facendo più attenzione alle informazioni sulla provenienza e sulla filiera produttiva da cui derivano i prodotti che compriamo.
Quelli più propensi a “mettersi in gioco”, sia rispondendo al sondaggio che provando a esaminare il proprio stile di vita, le abitudini (da mantenere e da cambiare) e i comportamenti, sono stati la fascia di persone di età tra i 40 e i 50 anni (39%). A seguire quelli tra i 30 e 40 anni e gli over 60. Le fasce più giovani (tra i 20 e i 30 anni e quelli tra i 16 e i 20) sono tra il 4-6%.