In campo da settembre a dicembre o verdetti d’ufficio?
Assemblea della C il 4 maggio: si lavora per la riforma
FIRENZE – La parola ‘riforma’ domina l’ultima riunione del consiglio direttivo della Lega Pro, riunito ieri e oggi. All’attenzione proprio l’evoluzione del campionato, che è ormai fermo da quasi due mesi (la prima gara rinviata era stata Piacenza – Sambenedettese, il 21 febbraio): si lavora ad una soluzione, che sarà discussa nella prossima assemblea dei 60 club, il 4 maggio, a ridosso del Consiglio federale.
Una situazione particolare, quella della terza serie nazionale: come più volte sottolineato dal presidente, Francesco Ghirelli, e dai dirigenti della quasi totalità dei club, l’impatto del virus sulle 60 società è molto grave. “Le squadre, già in difficoltà economica e finanziaria, non hanno più alcuna entrata e rischiano il default”. Serve una soluzione alla crisi, per garantire il futuro alla serie C, che passa anche attraverso la riforma: il 4 maggio si discuterà di attualità, dunque di una stagione che continua a restare in piedi anche perché si temono ricorsi se ci saranno verdetti imposti, ma anche di riforma, dall’apprendistato alla defiscalizzione al semiprofessionismo.
Fra le ipotesi per l’annata in corso ci sarebbe anche una conclusione sul campo, da settembre a dicembre, articolando poi i due campionati successivi, 2021 e 2022, sull’anno solare, da febbraio a dicembre. Resta in piedi anche la possibilità di quattro promozioni, probabilmente le tre prime di girone e la migliore seconda, ma con incertezza sulle retrocessioni (bloccate?), perché se dalla D salissero le vincenti dei nove gironi (e dalla B scendessero in quattro), senza nessuna retrocessa dalla C, le squadre complessivamente sarebbero 69 (o 67 in caso di due sole retrocessioni dalla B).
La decisione, comunque, spetta alla Figc, che sta cercando di far concludere i campionati professionistici, per evitare, appunto, i ricorsi.
Il protocollo per la ripresa, elaborato dalla commissione medica guidata da Paolo Zeppilli, che la Figc ha consegnato oggi ai ministri Spadafora (sport) e Speranza (salute), di fatto prevede che le squadre vivano blindate, senza contatti con l’esterno, per la preparazione e le gare: vale, in questo momento, per la A, ma esteso alla C è, di fatto, irrealizzabile.