Bomba in un cascinale, ma era un gioco (dimenticato) da softair
Intervengono Carabinieri e artificieri: si valuta la posizione dell'Associazione casalese
CAMAGNA – Giocano alla guerra, o meglio al tiro tattico sportivo. Si addestrano con armi e ordigni simil-veri nei boschetti della zona, oggetti talmente perfetti da aver scatenato, in questa giornata di Pasquetta, una task force di Carabinieri, con arrivo connesso degli artificieri della Polizia (di turno) che non è passata inosservata in quel del Monferrato.
Nonostante sulla vicenda non trapelino notizie dalle forze dell’ordine, qualcosa lo abbiamo saputo.
Verso le 13, durante una passeggiata in solitaria, un abitante nota in un cascinale diroccato qualcosa di sospetto.
A vederlo sembrava un ordigno rudimentale, con tanto di antenna radio e panetti d’esplosivo. Immediata la telefonata ai Carabinieri: sul posto arrivano una ventina di militari che cinturano l’area e iniziano le indagini, perché quell’aggeggio sembra proprio una bomba.
Scattano anche le informative: bisogna capire se in zona operi una qualche organizzazione legata alla criminalità, oppure esponenti di movimenti eversivi. All’interno del cascinale, visto che l’ordigno è ben strutturato non si può entrare, bisogna aspettare gli artificieri. Nel frattempo, i Carabinieri trovano una serie di pallini di plastica. A quel punto, le indagini si orientano alle associazione di softair. Ne viene contattata una di Casale: il presidente racconta di una esercitazione di fatta a fine febbraio, ma non ricorda l’ordigno. Poi la lampadina si accende, e viene confermato l’utilizzo di un ordigno (finto) per trappolare (piazzare trappole esplosive nelle abitazioni) le case.
Arrivano gli artificieri che, comunque, per estrema prudenza intimano ai militari di non toccare quell’ordigno.
Accertato che si trattava di un giocattolo (perfettamente riconducibile ad una bomba vera, però) l’allarme è rientrato. Ma i Militari stanno valutando la posizione del presidente dell’Associazione softair.