Adele Viglietti: impostazione classica, gusti rock
La giovane violinista ovadese parla di musica, con un approccio non solo professionale ma anche ludico e qualche sorpresa
OVADA – Vladimir Spivakov, direttore della National Philarmonic of Russia, la definì un «talento istintivo». A 25 anni Adele Viglietti ha già acquisito una notevole esperienza come violinista di spalla. Una parabola, quella della giovane artista ovadese, che ha raggiunto il suo primo picco nel 2014 con la selezione per fare parte della dell’Orchestra del ‘Pacific Music Festival’, fondato dal grande Leonard Bernstein e con la successiva inclusione nell’orchestra Cherubini, creata da Riccardo Muti per coltivare giovani musicisti. Ad oggi grandi collaborazioni come l’impegno con l’orchestra Bruni di Cuneo. Sbaglia però chi pensa che Viglietti guardi alla musica solo con approccio classico. «Ho la mia formazione – puntualizza con un sorriso – Ma anche gusti che spaziano su generi diversi».
Sguardo al bel canto
«Grazie ai miei genitori – prosegue – mi sono appassionata a grandi voci che in passato hanno portato la musica italiana nel mondo». Un esempio che non immaginereste? Orietta Berti. «Trovo che abbia una voce sorretta da una magistrale tecnica di canto che la rende perfetta in ogni esibizione. Tutti ricordiamo il famoso ritornello di “Finché la barca va, lasciala andare”. Ma per me “Io, tu e le rose” è una bellissima canzone». L’excursus nella musica melodica italiana può andare avanti con altri due giganti come Domenico Modugno e Claudio Villa.
Chi cambia il tempo
«Nel panorama internazionale così come in quello italiano- aggiunge la giovane violinista- mi piacciono gli artisti che hanno saputo contraddistinguere il loro tempo e in qualche modo cambiarlo portando la loro innovazione». I riferimenti sono cantanti del calibro di Elton John, David Bowie, Freddie Mercury con i Queen, Michael Jackson e Carlos Santana. «Ognuno in modo diverso si è imposto nel mondo della musica segnandola profondamente non solo con il suo stile ma anche con una immagine che in quel momento andava oltre i canoni tradizionali».
Tra le voci che però l’hanno ispirata maggiormente c’è quella di Mina, «una longevità inarrivabile, frutto del talento naturale ma anche della visione che va oltre i confini del suo tempo permettendole di continuare a rinnovarsi e ad arrivare ai giorni nostri con ancora molto da dire e da sperimentare».