Maschere da sub, respiratori e caschi anti-Covid
L'intervista a Lorenzo Torielli, presidente della Protezione Civile di Acqui
ACQUI TERME – La Protezione civile di Acqui Terme da giorni corre dietro a due progetti salvifici. «Abbiamo ricevuto da tutta Italia più di 400 maschere da snorkeling – ci ha spiegato Lorenzo Torielli, Presidente della Protezione civile di Acqui Terme – le stiamo trasformando in due presidi: una parte, grazie ad un raccordo, le trasformiamo in caschi Cpap per aiutare a respirare i soggetti con una saturazione tra 88 e 90, cioè di quei pazienti che hanno difficoltà non così gravi da essere ricoverati in Rianimazione; altri come presidi di sicurezza».
Il vertice dei volontari acquesi ci parla di una generale difficoltà di reperire i caschi per la ventilazione. L’illuminazione dei medici bresciani, sull’utilizzo della maschera da sub venduta da Decatlhon, è stata da subito condivisa dal think tank acquese e l’Istituto Scolastico ‘Montalcini’ e FabLab di Alessandria in primis (nonché altri partner, tra i quali anche la Fiat) hanno immediatamente iniziato la produzione di raccordi per connetterli alla rete di ossigeno ospedaliera. «Il problema si è quindi spostato sul flussimetro, strumento necessario a collegare le maschere alle bocchette dell’ossigeno – ha continuato Torielli – Da mesi non sono più disponibili sul mercato e gli ospedali ne hanno urgente bisogno. Così ci siamo ingegnati e siamo riusciti a trovarne un centinaio da una ditta che allestisce la strumentazione delle ambulanze». Sono complete e pronte per la consegna le maschere-casco per l’Ospedale di Aqui e la Clinica Villa Igea.
Un’altra questione da affrontare è quella dei presidi di sicurezza del personale a diretto contatto con le persone contagiate. Anche qui vengono in aiuto le maschere da sub. «Le mascherine FP3 e FP2 sono introvabili – ha lamentato l’intervistato – Alcuni medici ci hanno chiesto dei facciali, tipo quelli utilizzati in agricoltura. Ci è venuta un’idea: perché non utilizziamo le maschere da sub adattando un filtro idoneo? Abbiamo scoperto che alcuni filtri agricoli hanno la capacità di bloccare il virus e così abbiamo avviato il progetto di trasformazione».
Grazie alla ferace collaborazione con la dirigente Sara Pierfranca Caligaris, attiva sin dall’inizio dell’emergenza, la progettazione è stata curata dall’Istituto Scolastico ‘Montalcini’ di Acqui Terme che ha pensato e realizzato il raccordo necessario per l’applicazione a tenuta stagna del filtro agricolo. «I disegni sono stati messi a disposizione di tutti e tanti soggetti hanno aderito alla nostra campagna cominciando a produrre (gratuitamente) i nostri raccordi: FabLab e la ditta Bisio Progetti – ha ringraziatoTorielli – Da dieci giorni abbiamo avviato le consegne dei presidi d’emergenza al personale dell’Ospedale di Acqui, ai medici di base (chiamati ad assistere a domicilio i pazienti in quarantena), al personale dell’Usca (unità di intervento speciale dell’Asl a cui spetta la verifica domiciliare dei potenziali positivi), alle case di cura-Rsa del circondario, alle pubbliche assistenze -118».