«Superiamo l’emergenza e ripensiamo la società»
Il Consorzio Servizi Sociali in prima linea nell'emergenza. Il direttore Gianni Zillante parla anche di cosa fare al termine
OVADA – «Una volta superata l’onda nera del Covid – 19, si porrà da parte tutti i livelli di governo la necessità di ripensare il “Sistema” su cui si è fino ad oggi fondata la società. Anche per noi vorrà dire, guardare il territorio ed i suoi abitanti per cercare di rispondere a ciò che si sarà modificato durante questa triste sciagura». Prova a guardare avanti Gianni Zillante, da un anno alla guida del Consorzio Servizi Sociali. L’ente che dirige ha il polso della nostra zona, ne conosce caratteristiche, criticità e punti di forza; rappresenta quindi il punto di partenza obbligato per un’analisi ampia sulla realtà che stiamo vivendo.
L’Ovadese si configura a tutti gli effetti come un’area interna. Cosa significa e come si ripercuote sulle dinamiche di zona?
Siamo un’area significativamente distante dai centri di offerta di servizi essenziali (istruzione, salute e mobilità ndr), ma ricca di risorse ambientali e culturali e fortemente diversificate. Lo spopolamento, la bassa natalità e l’invecchiamento della popolazione rappresentano sicuramente delle fragilità.
Le opportunità?
L’invecchiamento dei singoli non è un dato negativo, significa che da noi si vive bene. Dobbiamo fare i conti però con la bassa natalità. Questo è un problema.
In che modo?
Le aree interne sono la risultanza di un modello socio-economico, globale che va necessariamente ripensato. Per cambiare il paradigma è necessario una rivoluzione culturale, che metta al centro i veri valori: solidarietà davanti al profitto, senso di comunità prima dell’individualismo. Per parte nostra possiamo solo dare un contributo per inventarci, insieme a tutti gli attori, piccole e grandi esperienze locali da prendere a modello su scala più ampia.
Come si inverte l’attuale tendenza?
E’ necessario evitare che i nostri giovani si trovino costretti a stabilirsi in altre aree del Paese per motivi di lavoro ed attuare politiche che incentivino le coppie a progettare un futuro familiare sul territorio.
Nel 2018 quasi 2.200 cittadini si sono rivolti al Consorzio. Quali le ragioni più frequenti?
Problematiche amplificate e differenziate. All’inizio la richiesta era quella di assistenza domiciliare ed economica. Oggi la casa, il lavoro, le famiglie, la povertà, le dipendenze, la salute mentale, la mancanza di autonomia.
Disabilità e disagio sono voci importanti nel bilancio 2020. Con quali strategie?
Proviamo a dare risposte a situazioni in cui a un basso livello di problematicità corrisponde un grande margine di recupero. Ad esempio ai giovani con disturbi dell’apprendimento e bisogni educativi speciali. Progettiamo coi genitori di figli disabili per un futuro sostenibile nel lungo periodo.
Indicate tra le linee d’azione la creazione di uno sportello di sostegno psicologico rivolto alle donne e alle famiglie. Con quali obiettivi?
La scelta è frutto di una riflessione operata sul campo, attraverso un confronto con le Assistenti Sociali, che hanno evidenziato una richiesta di aiuto molto frequente da questa fascia di utenza. Si è ritenuto pertanto istituire in via sperimentale uno sportello soprattutto in funzione preventiva, e anche in considerazione del ruolo sociale svolto nella costruzione di una migliore società del domani.
Sono stati dieci anni di tagli pensanti.
Nel 2010 il Fondo Regionale era di 100 mila euro. Oggi siamo a 65 mila. I comuni del territorio non hanno mai ridotto i loro trasferimenti. Dal 2019 c’è stato un tentativo di recuperare sulla drastica riduzione. C’è una nota positiva: l’introduzione della quota servizi del fondo nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale per sostenere i servizi connessi al reddito di cittadinanza.