Marco Olivieri: “I miei vent’anni da tecnico del suono”
L'inizio da studente di chitarra, il passaggio al basso e tanto concerti curati dietro la tastiera di un mixer
OVADA – C’è chi sul palco lavora con voce e strumenti e chi dietro le quinte si occupa della qualità di ciò che esce dagli amplificatori. Festeggia vent’anni da tecnico del suono Marco Holly Olivieri. Per tanti ovadesi è semplicemente; il chitarrista genovese Paolo Bonfanti , molto noto per il suo blues, lo vuole sempre la suo fianco e l’ha ribattezzato “Il principe del Borgo”.
Basso e chitarra
«La passione per la musica l’ho sempre avuta – racconta – A fine concerto la cosa più bella è vedere la gente contenta». Curioso che tutto sia iniziato in un gruppo in cui Nicola Bruno cantava e proprio Olivieri suonava il basso. «Non riuscivamo mai a pagare il service. Mi dicevo: quando lavorerò ci penserò io». Ancora prima dieci anni di studio di chitarra classica con Roberto Margheritella.
Incontro chiave
Fondamentale l’esperienza come gruppo di spalla nei concerti di Paolo Bonfanti, ad aprire i suoi concerti. «All’epoca ci chiamavamo Roby horror band. Il blues rimane il mio genere preferito. Gli anni che ricordo con maggiore piacere sono stati quelli in cui con i miei cugini Danilo e Marco Ferrari abbiamo organizzato Rock Zu (la manifestazione creata per ricordare Francesco Zunino ndr). A Ovada si sono esibiti artisti notevoli». Fra questi proprio Paolo Bonfanti. «Mi ha fatto conoscere tanti personaggi. Ho avuto così la possibilità di spaziare attraverso generi differenti».
Lungo elenco
Nel 2019 il tour con un altro grande interprete: Beppe Gambetta. «Quando si è impegnati con questi personaggi – prosegue – bisogna essere molto attenti, il livello di aspettativa da parte dell’artista si alza molto». Un ventaglio molto ampio quello che si è sviluppato in questi anni: dall’indimenticato Fred Ferrari, negli anni passati, alla cantante genovese Claudia Pastorino all’Orchestra Classica di Alessandria.
Rock ma non troppo
«Ancora oggi continuo a fare quello che faccio per la passione per la musica. Richiede tempo e impegno ma lo faccio volentieri». Da ascoltatore ha le idee chiare sui suoi gusti musicali. Non solo blues ma anche qualcosa di più classico. «Solo l’heavy metal – conclude quasi scusandosi – non lo capisco. Lo faccio ma non è la musica che fa per me». Se gli chiedi un nome di un artista internazionale la domanda non finisce nemmeno: Bruce Springsteen.