Rsa S. Candido: 11 morti in 21 giorni, l’appello del direttore
"Anche una sola vita in più, va salvata senza se e senza ma"
MURISENGO – Ieri Gabriele Zonca, direttore della casa di riposo Contrafernita di San Michele di San Candido (Murisengo) è tornato ad aggiornare sulla difficile situazione che la struttura della Val Cerrina sta vivendo in queste settimane.
«Siamo giunti a 11 decessi in 21 giorni. L’ultimo, ieri mattina (venerdì). A parte i primi due e quello di ieri, in quanto deceduti in ospedale e quindi sottoposti a tampone, per gli altri non abbiamo avuto la possibilità di sapere se Covid19 oppure no. Malgrado i nuovi protocolli d’intesa dell’Unità di Crisi regionale, da noi, al momento, nulla di concreto è stato attivato. Nessun tampone, niente analisi sierologiche né agli ospiti né al personale».
Al drammatico problema dei decessi si somma la carenza di personale: «Attualmente siamo sotto organico, ma grazie all’encomiabile tenacia e volontà di oss e infermieri, stiamo fronteggiando la situazione cercando di garantire le migliori condizioni agli ospiti rimasti. Attualmente, nella Rsa i degenti sono in tutto 15 (oltre ai 12 nelle Associazioni distaccate) e 1 caso sintomatico trasferito all’ospedale. I dipendenti in forza sono 4 su 9 e gli infermieri 1 su 3. Le mascherine Ffp2 e 3 scarseggiano; buone, invece, le scorte di mascherine chirurgiche, guanti e tute. Da mercoledì sono partiti gli Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale), i medici di Guardia Medica staccati in diurna per visite al domicilio di pazienti Covid19 o sospetti Covid19 e non solo. Il sistema Usca era entrato in vigore una settimana fa. Grazie al dottor Paolo Ferrero è stato attivato l’intervento presso la nostra struttura. Ringrazio anche il dottor Pietro Gianfreda che, anche se non visita i pazienti direttamente per la mancanza di Dpi, settimanalmente si reca presso la nostra struttura per un confronto con gli infermieri».
In attesa di una risposta dalle autorità sanitarie, Zonca sta pensando di agire in autonomia: «Viste le lungaggini istituzionali, grazie al contatto di Sara Baldassa ho richiesto un preventivo ad un’azienda specializzata per le analisi sierologiche che evidenzino chi è immune al Covid19 (perché già contagiato), chi è positivo e chi ancora non l’ha contratto. Un test che intenderei, verificati i costi, estendere a ospiti e personale. Si tratta comunque di spese straordinarie; potremmo aver bisogno di aiuti. Mi e ci appelliamo alle persone che sono nella disponibilità di poterci dare anche un piccolo contributo; a loro, chiediamo di aiutarci per sbloccare, quanto prima, questa condizione di stallo e di esasperante attesa. Ritengo questo tipo di esame oltremodo necessario per fronteggiare, altresì, la crisi nella crisi: quella depressiva. La qualità della vita dei nostri ospiti, anche quelli asintomatici, è peggiorata: soffrono crisi di solitudine, da settimane non vedono i loro cari, non possono più seguire le attività fisioterapiche e i programmi di animazione, pranzano in solitudine e, in solitudine, restano tutta la giornata. Solo oss e infermieri, tra una corsa e l’altra, riescono a garantirgli un minimo di calore umano, ma sempre e comunque dietro a tute, maschere e guanti».
Una sorta di prima fase, quella in cui la popolazione di ospiti della rsa è stata quasi dimezzata, serve capire come si potrà ripartire. «Alle strutture occorrono i prelievi per capire chi può tornare a vivere in condizioni di socialità minima e chi, invece, deve continuare a restare in isolamento, oltre a chi, infine, va maggiormente protetto in quanto ancora non contagiato. La seppure breve letteratura scientifica spiega che la contagiosità c’è anche in assenza di sintomatologia e insegna, che anche dopo aver contratto il Covid19, il soggetto può continuare ad essere contagioso per ulteriori 15 giorni. È di queste ultime ore l’altresì notizia che il virus vive in aerosol: resta nell’aria per ore. Già nelle scorse settimane avevamo fatto effettuare un intervento di sanificazione, attivando un capitolo di spesa straordinario per l’acquisto di disinfettanti. All’impegno di spesa si era unito anche Fabrizio Olivero che ringraziamo. Tra le persone che hanno espresso solidarietà e ci hanno aiutati in piena gratuità, ci sono anche: i sindaci di Murisengo e Villadeati Gianni Baroero e Angelo Ferro, la Croce Verde, per la disponibilità continua e per aver fatto da staffetta per i nostri ospiti ricoverati all’ospedale, la Farmacia Druetto per la consegna dei farmaci in struttura, il Lions Club Valcerrina per la fornitura di Dpi, Gianni Ferrando per la fornitura di tute monouso, Anna Vangieri per le mascherine confezionate a casa per tutti noi, Marianna Delù per essere sempre disponibile, la giornalista Chiara Cane che ci cura la comunicazione e per il cui interessamento abbiamo ricevuto le prime mascherine, Enzo Amich della Protezione Civile di Casale Monferrato che ci ha fornito, in forma straordinaria, le prime mascherine (due le forniture già effettuate). Un grande ringraziamento va a tutto il personale che sta lavorando mettendoci l’anima e senza risparmiarsi. Ognuno di loro è stato ed è: prezioso, importante e indispensabile. Purtroppo, il più non sarà recuperabile ma, anche una sola vita in più, va salvata senza se, senza ma e senza attendere ancora».