Emergenza alimentare: le modalità ovadesi di accesso
Il Consorzio Servizi Sociali ha messo a punto il progetto "Spendiamoci"
OVADA – Sarà gestito attraverso il Consorzio Servizi Sociali l’intervento collegato ai fondi messi a disposizione dalla Presidenza del Consiglio per la cosiddetta “emergenza alimentare”. Per Ovada il contributo ammonta a 59.902 euro, in tutto l’Ovadese la cifra è di poco superiore a 150 mila euro. Tutto passa dal progetto “Spendiamoci”. In particolare, chi si trovi in difficoltà può presentare richiesta per beneficiare di “buoni spesa” per l’acquisto di generi alimentari, prodotti di prima necessità e da utilizzarsi esclusivamente in uno degli esercizi commerciali di Ovada che avranno aderito alla manifestazione di interesse e saranno pubblicati nell’elenco in costante aggiornamento disponibile sul sito del Comune e del CSS.
Possono fare richiesta le persone residenti nel Comune di Ovada e attualmente presenti sul territorio comunale e, eventualmente, le persone non residenti ma comunque presenti sul territorio comunale segnalati dal Consorzio Servizi Sociali di Ovada o da Enti del Terzo Settore che si trovano in stato di assoluto bisogno economico e assoluta necessità di generi alimentari e beni di prima necessità, per effetto dell’emergenza COVID-19. Per accedere alla misura l’interessato dovrà contattare direttamente il Consorzio Servizi Sociali di Ovada – CSS al numero telefonico dedicato 388 4791418, attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle ore 12.30, o a mezzo posta elettronica all’indirizzo: emergenzacovid19@cssovadese.it Il richiedente sarà tenuto a sottoscrivere e consegnare apposita domanda e dichiarazione sostitutiva, con le modalità indicate dal CSS.
“Una risposta concreta e immediata per non lasciare indietro nessuno e sostenere i cittadini più deboli ed esposti in questo momento di emergenza – dichiara Sabrina Caneva, vice sindaco di Ovada – L’Ordinanza nasce dall’esigenza forte e urgente di assicurare, in via emergenziale, risorse per interventi di solidarietà alimentare sul territorio. La sfida per i Comuni è quella di soddisfare immediatamente il bisogno dei propri cittadini in difficoltà, identificando mezzi e strumenti già in uso e cercando di arrivare veramente a tutti: anche a quelle situazioni che, per vari motivi, non emergono. In questo senso abbiamo valutato la collaborazione stretta anche con le Associazioni del terzo settore (come la Caritas) che ben conoscono certe realtà”.