Addio a ‘Maia’, portacolori della Siof
Di Maria, 95 anni, aveva corso con Carrea e Milano, sognava di diventare gregario di Coppi
GENOVA – Quella maglia della Siof, così simile a quella della Bianchi di Fausto Coppi quasi fossero un solo team, se la sentiva cucita sulla pelle, Elio Di Maria. L’aveva raccontato anche a Recco, in una serata dedicata al Campionissimo, fianco a fianco con Giovanni Meazzo, quasi a rinnovare tante sfide in bici, gli aneddoti al posto dei colpi di pedale.
‘Maia’, questo era il suo soprannome, ligure di Quarto dei Mille, è stato un portacolori della prima scuola di ciclismo creata a Pozzolo da Biagio Cavanna, in cui si sono formati anche gli ‘angeli di Fausto’ e una generazione di corridori che vincevano tutto da dilettanti. Elio, 95 anni appena compiuti (era nato il 13 marzo 1925), aveva rilasciato proprio al ‘Piccolo’ una intervista piena di particolari, anche inediti. Si è spento oggi all’ospedale San Martino di Genova, lasciando il ricordo di una persona vera, generosa con le parole e le emozioni. A Cavanna avevano parlato di lui proprio Ettore Milano e Sandrino Carrea, alla Coppa Boero a Genova. “Uno piccolo che va forte”, così lo avevano descritto al ‘Bias’, che gli aveva detto “Vieni a Novi, vieni nella Siof“.
Avrebbe voluto passare professionista nella squadra di Coppi, “ma Cavanna aveva detto, a me e a Parodi, che eravamo troppo piccoli e se Faisto avesse avuto un problema meccanico, non avremmo potuto dargli le nostre bici”. Però al Campionissimo ha sempre voluto bene, come a tutti i ragazzi della Siof, un pezzo unico di storia del ciclismo italiano.