Lucchini: «Ora basta, le istituzioni tutelino i sanitari». Intanto i morti salgono a 7
ACQUI TERME – «In terapia intensiva sono ricoverate 9 persone positive al Covid 19», ha dichiarato il sindaco Lorenzo Lucchini nel video di aggiornamento odierno: 4 in più di ieri, quindi. Restano invece invariati i numeri riferiti ai pazienti degenti al sesto piano (19), di quelli del quarto piano (32) e delle persone in attesa dei risultati del tampone (10). «I deceduti positivi al virus, purtroppo, sono invece 7. Poche di queste persone sono di Acqui e quasi tutti provenivano da case di riposo» ha continuato il primo cittadino, che poi ha rivolto un ricordo commosso ad Angelo Cuttica, «dipendente comunale appena andato in pensione. Ha fatto parte della nostra famiglia fino a pochi mesi fa». Anch’egli positivo al Covid, Cuttica aveva 60 anni.
«Ieri in ospedale sono stati aggiunti 4 posti letto – ha sottolineato il Sindaco – Per averli si è rinunciato agli spazi della sala operatoria. La nostra città sta dando tutto quello che può al sistema sanitario provinciale. Devo però dire che sarà impossibile poter continuare a operare in urgenza nelle attuali condizioni. Abbiamo avuto positività tra i nostri infermieri, e questo ci mette in grave difficoltà operativa». Il sindaco Lucchini rivolge quindi un accorato appello, non senza vena polemica, alle istituzioni provinciali e regionali: «La nostra comunità ha dato tutto quello che poteva dare. Ora chiediamo alle istituzioni cosa intendono fare per sopperire alle carenze dell’organico sanitario. Mancano medici ed infermieri per rispondere a questa emergenza. Soprattutto mancano i dispositivi. Chiediamo fortemente all’Unità di crisi e all’Asl quali siano le prospettive a sostegno del personale e dell’approvvigionamento di materiali utili. Non è possibile pensare che si metta a disposizione una sala operatoria e vederci consegnato del materiale utile solo per un paio di giorni».
A questo proposito, in serata il Comune di Acqui ha diramato un comunicato ufficiale, nel quale è stato ribadito quanto anticipato dallo stesso Lucchini: «Il nostro ospedale – si legge nella nota – in quasi tre settimane ha visto aumentare quotidianamente la pressione e il carico di lavoro, senza che ad oggi sia pervenuta alcuna previsione o comunicazione formale di potenziamento delle risorse umane e senza poter contare su sufficienti forniture di dispositivi di protezione. Nelle residenze per anziani, dei cui ospiti è nota l’eccezionale vulnerabilità al virus, si lavora allo stremo delle forze, con il personale ridotto a causa delle quarantene preventive e dotato, quando forniti, di equipaggiamenti di protezione meno che accettabili. Si menziona anche l’estrema difficoltà per l’Amministrazione, le Forze dell’Ordine, i corpi di volontari di effettuare l’assistenza e l’eventuale controllo dei cittadini posti in quarantena, a causa della tardiva ed incongruente comunicazione dei dati necessari».
Palazzo Levi chiede quindi all’Unità di Crisi «come intenda supportare, coadiuvare e garantire l’operatività delle nostre strutture nel medio termine (15gg), strutture i cui operatori devono comunque poter lavorare in totale sicurezza e sul lungo periodo: la gestione organizzata su tempistiche brevi e con forniture di equipaggiamento sufficienti per pochi giorni, mette tutti in grande sofferenza. I nostri operatori sono in guerra in prima linea contro la diffusione del contagio: non abbandoniamoli!».