Benzinai: “Il Governo dia ascolto alle nostre istanze”
Le Federazioni di settore hanno chiarito la propria posizione
ALESSANDRIA – La protesta dei distributori di carburante paventata da Fegica Cisl, Faib Confesercenti e Figisc Confcommercio per il momento non sarà portata a compimento.
Dopo l’esplicita richiesta di dietro-front avanzata dalla Commissione di garanzia delle legge sull’attuazione dello sciopero nei servizi pubblici essenziali, le tre sigle di settore hanno voluto chiarire «di non aver mai in nessun modo organizzato, né proclamato l’iniziativa di sciopero che viene loro attribuita».
Le chiusure a cui si fa cenno nella nota diffusa ieri, martedì 24 – «(…) non siamo più nelle condizioni di assicurare né il necessario livello di sicurezza sanitaria, né la sostenibilità economica del servizio. Di conseguenza gli impianti di rifornimento carburanti semplicemente cominceranno a chiudere: da mercoledì notte quelli della rete autostradale, compresi raccordi e tangenziali; e, via via,tutti gli altri anche lungo la viabilità ordinaria» – diventerebbero l’inevitabile conseguenza (evidentemente ad oggi ancora gestibile) della carenza di scorte sotterranee, delle gravi perdite registrate nelle ultime settimane – «ridotte mediamente dell’85%» – e della mancanza di liquidità per effettuare gli ordini.
«Non è corretto parlare di sciopero – ribadisce Alice Pedrazzi, direttrice di Ascom Alessandria – Quella dei benzinai, infatti, è stata una presa di posizione per dare risonanza alle proprie urgenze. La denuncia degli operatori del settore aderenti a Figisc è giunta dopo un mese di appelli rimasti inascoltati, in particolare su vertenze riferite alla sicurezza individuale dall’insorgere dell’emergenza Covid e ad aspetti strettamente economici».
Nel pomeriggio di oggi il Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, ha convocato una videoconferenza con i presidenti delle associazioni dei distributori di carburante. «Ci auguriamo che il confronto possa servire al Governo per fare proprie le istanze della categoria e trovare soluzioni praticabili» conclude la Pedrazzi.
Faib, Fegica e Figisc/Anisa chiedono all’Autorità «di svolgere un’azione di mediazione nei confronti del Governo, nell’interesse condiviso volto a salvaguardare la regolare erogazione del pubblico servizio. Noi, insieme con i Gestori nostri associati, lottiamo per rimanere aperti, non per chiudere».