“Per la C si rischia un danno di 84 milioni di euro”
Tre diversi scenari, uno anche per il prossimo campionato
FIRENZE – “Da un minimo di 20 ad un massimo di 84 milioni di euro“. Questo l’impatto potenziale che il coronavirus avrà sul calcio della serie C. Il dato, elaborato sulla base dello studio condotto da PwC Tls sulla terza serie, è stato esaminato dal consiglio direttivo e inviato alla Figc, che aveva chiesto questi numeri alle tre leghe nazionali e, dopo B e C, oggi dovrebbe ricevere anche quelli della A. “Si stima un impatto economico fino a circa il 30 per cento di contrazione sul fatturato medio annuo delle squadre – si specifica nella nota della Lega Pro – un impegno da parte del sistema della serie C non sostenibile, con una concreta possibilità di default dei club, già in forti difficoltà di bilancio prima dell’emergenza del coronavirus”.
A rischio “anche l’intera piattaforma sportiva e sociale che le 60 squadre alimentano attraverso le attività giovanili, i centri sportivi, la crescita dei talenti, la quarta categoria e altre centinaia di iniziative”.
I numeri, pesanti, variano a seconda di tre diversi scenari legati al protrarsi della pandemia. Il primo, “porte aperte” è francamente difficile anche solo da immaginare, perché prevede la conclusione del campionato e playoff e playout a porte aperte. C’è, poi, l’ipotesi “porte chiuse”: la stagione va al traguardo, ma senza spettatori. Terzo scenario è lo “stop campionato”: prevede il termine anticipato dell’annata in corso e la ripresa delle partite, per i primi due mesi della prossima stagione. “Per ciascuna ipotesi è stato stimato un impatto economico che deriva da eventi diretti certi, come il mancato incasso al botteghino, ed eventi probabili”.
“La stagione delle riforme, per il mondo del calcio, è irrinunciabile. Bisogna ragionare a sistema e ripensare questa disciplina nel profondo, perché torni ad essere uno strumento sociale utile alla collettività. Anche l’esperienza dello stadio e dei tifosi deve essere ripensata una volta che la crisi sarà terminata“.
La Lega Pro è pronta a fare la sua parte. “Il governo e il ministro Spadafora riconoscono che il calcio è parte integrante del sistema produttivo nazionale. L’ecosistema della serie C ha bisogno di benzina per funzionare, ma vuole anche proporre soluzioni per la riresa economica, sociale e occupazionale del paese“.