Ospedali sull’orlo del baratro: la paura dal sommerso, l’Asl non riesce seguire i positivi a casa
Giornate terribili in tutti i reparti, col personale che resiste
ALESSANDRIA – La prova generale su come gestire un’emergenza vera è miseramente fallita. Il coronavirus ha schiaffeggiato il nostro Sistema Sanitario, e la sua linea di comando. I risultati dei tagli scellerati di questi anni ora sono lì, davanti a tutti. Anche la task force che dovrebbe garantire assistenza a chi si ammala, e resta a casa, è in tilt.
L’ospedale di Alessandria è sull’orlo del precipizio, come del resto altre realtà della provincia. I contagi salgono, le vittime pure.
Le corsie sono diventate la trincea dell’emergenza. Mancano Dispositivi di sicurezza e disinfettante per le mani, gli infermieri si aggiustano come possono riutilizzando la stessa mascherina per tre turni consecutivi, sapendo bene che non li proteggerà più. Come si affrontano i turni infiniti in corsia? Un esempio: gli infermieri entrano nelle camere uno alla volta, mentre il collega resta fuori a preparare le terapie. “Stiamo anche sette, otto, ore senza bere, impossibile anche solo andare in bagno”, racconta un’operatrice.
I medici sono allo stremo, ma lottano. Negli ospedali nessuno è immune al contagio, ci sono pazienti che hanno contratto la malattia durante il ricovero avvenuto per altri motivi, perché di Covid-19 non si parla solo nei reparti attrezzati. Tutti gli operatori sono esposti ad alto rischio di contagio, molti si sono già ammalati.
Venerdì scorso, 20 marzo, altra giornata nera al pronto soccorso di Alessandria: verso le 14 erano una quarantina i pazienti sospetti Covid in attesa di essere monitorati, molti sono stati trasferiti alla Città di Alessandria; nel tardo pomeriggio la situazione si è ripetuta con un’altra quarantina di persone che mostravano i sintomi del virus.
L’ospedale alessandrino è passato da 110 ricoveri di pazienti positivi a 145.
Già così la situazione appare tragica. Peggiora ulteriormente di fronte all’altro vero dramma, quello che effettivamente fa volare il numero dei contagi: il sommerso, vale a dire le persone positive al Covid che tornano a casa dai famigliari e non vengono seguiti dalle Asl perché il carico è imponente e il personale scarseggia. Questa situazione è altrettanto esplosiva. A recapitare medicinali e alimentari a chi è in quarantena pensa il Comune, per tutto il resto si naviga a vista.
“Ci prepariamo ad affrontare una settimana cruciale (la prossima, ndr), con un picco sembra previsto per il 28”, ci spiegano dall’ospedale, e le armi per combattere erano già scarse prima ancora che tutto iniziasse.
Da qualche giorno molti pazienti Covid vengono trasferiti alla Città di Alessandria. Un supporto arriverà anche dalla Clinica Salus, in queste ore sottoposta a sanificazione.