Le aziende che hanno deciso di fermarsi
il ricorso agli ammortizzatori sociali. Altre lavorano in forma ridotta in accordo con le rappresentanze sindacali
PROVINCIA – Sono circa venti le aziende che hanno deciso di fermare il lavoro, da pochi giorni a una o due settimane con il ricorso agli ammortizzatori sociali, in attesa di dare applicazione al protocollo siglato sabato che definisce le disposizioni di sicurezza da rispettare nei luoghi di lavoro per prevenire il contagio da Covid-19.
La Segreteria Fiom Cgil Alessandria riferisce che a Valenza nel distretto orafo tutte le aziende da Bulgari a Lombardi Bmc Vpa hanno deciso di chiudere le prossime due settimane, con l’utilizzo della cassa integrazione. Solo Damiani risulta in attività con il confronto costante con le Rsu presenti in azienda per l’applicazione del protocollo siglato sabato notte che definisce le disposizioni di sicurezza da rispettare nei luoghi di lavoro per prevenire il contagio da Covid-19, il problema vero è chi verifica e vigilia sulla sua applicazione.
Nel casalese Cerutti è ferma, Dradura ed Epta anche, con ricorso agli ammortizzatori sociali, mentre Bobst, Gimar, Eltec, Pastorfrigor, Cold Car, Gimi e Vendo lavorano.
Nel novese è ferma l’ex Ilva dopo lo sciopero proclamato sabato, con ricorso agli ammortizzatori, per poter sanificare e mettere in condizioni di sicurezza i lavoratori, Dkc si fermerà dal 18 al 23 marzo, Hme è in sciopero in attesa di chiarire alcuni aspetti relativi all’applicazione del protocollo, Marcegaglia lavora in forma ridotta.
Nel tortonese si sono fermate Graziano, Omt, Omp, Tectubi, Nobelsport di Rivalta Scrivia.
Nell’ovadese Bovone e Vezzani si sono fermate, alla Mecof si lavora con il rispetto delle disposizioni previste dal protocollo, concordate con le Rsu e Rls.
Ad Alessandria Bticino lavorerà in forma ridotta e si è raggiunto con le rsu un accordo per l’applicazione del protocollo.
“Per noi è fondamentale la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro sempre, ed in particolare in questo momento – ha detto Anna Poggio, segretaria della Fiom Cgil Alessandria – manifestiamo la preoccupazione rispetto ad una situazione che a livello provinciale vede crescere sia i contagi che purtroppo i decessi, comprendendo come questo alimenti paura e panico nelle persone che cerchiamo di rappresentare. Per questo siamo vicini e a supporto delle Rsu e Rls nel difficile ruolo che stanno esercitando, ricordando però a tutti che noi non facciamo le norme, né abbiamo competenze mediche o scientifiche per entrare nel merito di specificità che rimangono a carico delle aziende come responsabilità e del medico competente e delle Asl come competenze tecniche”.