Lucia Bianchi: universo donna tra gli scatti
Diversi i progetti sociali e le campagne a favore della parità di genere promossi dalla fotografa ovadese
OVADA – «Per tutte le donne che ho ritratto, che avrei voluto ritrarre, per tutte le donne vittime di violenze, per tutte le donne che continuano a lottare per essere finalmente libere». La frase, estrapolata dall’introduzione al suo libro “Di schiena”, riassume l’attività artistica di Lucia Bianchi, fotografa ovadese. I suoi scatti, realizzati in questi anni sono spesso stati lo strumento per analizzare l’universo femminile, descriverne sfaccettature diverse. Il suo lavoro è stato al centro di campagne contro la violenza di genere.
«Il mio stile è minimalista e concettuale – racconta la fotografa – scatto in ambiente naturale non in studio e senza luci artificiali. Non metto didascalie sotto le mie opere quando espongo perché il messaggio è insito nella foto che ho scattato, sta a chi guarda fare suo il messaggio e interpretarlo con la sua sensibilità». Il progetto “Schiene” nasce da una sensazione dell’artista. «Agli inizi del ‘900 – prosegue – spesso le donne si facevano fotografare in quella posa per celare la loro identità. Rielaborando questo concetto per me questa parte del corpo è diventata simbolo di fragilità e verità». Nei trentuno scatti Bianchi prova a cogliere l’essenza dei soggetti che ha scelto. L’ultimo spazio è bianco, una dedica ideale all’amica americana Cinthia Gilbert scomparsa qualche anno fa. «Molti dicono che è un lavoro incompiuto in realtà penso sia spezzato e rappresenti la degna fine di tutte le vite spezzate per la violenza altrui».
Qualche anno fa le fotografie sono state notate da Me.Dea, l’associazione alessandrina che si batte contro la violenza di genere. In questo contesto si è ampliato il ventaglio di iniziative tra mostre e momenti di approfondimento. “I passi delle donne” rappresenta un altro esempio: un viaggio tra diverse età e situazioni, l’unico denominatore comune della femminilità. Per affinare la tecnica, specie nei ritratti ma anche per paesaggi e street life, Bianchi si è affidata a Francesco Rebuffo, insegnante conosciuto nel 2014 durante un’esposizione coordinata da “Due sotto l’ombrello”. Poi l’inizio del suo percorso da professionista. “Maternità” è il progetto che sta portando avanti: future mamme immortalate con il loro pancione, «il momento magico – conclude – in cui la donna si fa portatrice di vita».