La prefettura: “Nessun blocco stradale, ma alto senso di responsabilità”
Il viceprefetto Ponta: «"Zona rossa" non significa militarizzata, ma i controlli saranno stringenti». Ecco cosa è consentito fare e cosa è vietato
ALESSANDRIA – Il viceprefetto vicario, Paolo Ponta, al termine del vertice tenuto a palazzo Ghilini con le forze dell’ordine e i rappresentanti dei Comuni, prova a fare chiarezza circa alle limitazioni imposte dal decreto sul contenimento del coronavirus che ha inserito la provincia di Alessandria tra le zone rosse: «Si tratta di territori ad alta attenzione, in cui si sono verificati più casi di contagio e perché più vicine alla bassa Lombardia», precisa.
Sono «misure severe, ma che consentono i movimenti legati a motivi di lavoro o di necessità comprovata». Sarà quindi possibile spostarsi per recarsi sul luogo di lavoro, anche se fuori dal proprio comune di residenza (purchè ci sia l’attestazione da parte del datore di lavoro), per recarsi ad una visita, per assistere un malato, per rifornirsi di generi alimentari «ma non certo per andare a passeggiare», puntualizza il funzionario della Stato.
Non si potranno andare a trovare amici o parenti, se residenti in altri comuni rispetto al proprio, salvo necessità comprovata. É questione di «buon senso, ma anche con senso di responsabilità», fa presente il viceprefetto Ponta.
Importante sottolineare infatti che le limitazioni di movimento all’interno dei comuni della provincia di Alessandria sono gli stessi in vigore tra la zona rossa e il resto del Paese. E ancora, «i controlli saranno stringenti, ma non ci saranno posti di blocco».
Entrando nel dettaglio, il vice prefetto precisa ancora come i mercati “a cielo aperto” non saranno vietati e tutti gli esercizi commerciali dovranno osservare orari di chiusura. L’applicazione della misura è demandata ai singoli Comuni.