Agriparco, apertura rinviata: «Mancano i fondi per la strada»
Il Comune ha comunicato ai proprietari che per le sovvenzioni della Regione serve tempo, ma al vaglio c'è un'alternativa...
SEZZADIO – Sembrava ormai tutto pronto, tanto che il 10 febbraio sulla pagina Facebook era anche comparso il calendario della nuova stagione: domenica 22 marzo era previsto l’evento d’apertura, il 4 e 5 aprile il primo weekend di operatività della struttura. Purtroppo, però, per l’Agriparco Santa Giustina di Sezzadio la scorsa settimana è arrivata la doccia fredda: i soldi per quello che pareva un imminente ripristino della strada d’accesso, divelta a novembre dall’esondazione del Bormida, ancora non ci sono. «Un lavoro per cui sarebbero bastati due o tre giorni» commenta Giuseppe Bonelli, insieme ad Adriano Daniele proprietario dell’area relax. L’apertura, quindi, è rimandata a data da destinarsi. «Il Comune ci ha fatto sapere che per le sovvenzioni della Regione bisognerà attendere ancora a lungo. Una notizia che certamente complica le cose».
Negli ultimi tre mesi, la riqualificazione dell’area è comunque proseguita con impegno, «perché per arrivare al parco utilizziamo una strada secondaria transitabile solo con trattori o fuoristrada – spiega Bonelli – Abbiamo ancora parecchi lavori da completare, che tardiamo a portare a termine proprio per motivi logistici». Per non compromettere del tutto la stagione dell’Agriparco, si pensa ad un’alternativa temporanea. «In accordo con il Comune e i proprietari dei terreni attigui – aggiunge Daniele – stiamo valutando l’opportunità di realizzare una via d’accesso provvisoria che attraversi il guado formato dall’esondazione del fiume. Ovviamente noi siamo quelli maggiormente interessati a questo tipo di soluzione. Cercheremo un compromesso».
Per il ripristino completo della via d’accesso che dalla Sp 195 conduceva all’area verde, molto dipenderà dal progetto dell’Aipo relativo all’argine di contenimento lungo il Bormida, «al momento, però, non abbiamo ricevuto alcun aggiornamento. Vogliamo restare ottimisti, ma è chiaro che, almeno per quest’anno, rischiamo un serio danno economico».