“Blindati in hotel da due giorni, ad Abu Dhabi”
Due alessandrini, Massimo Rava e Federico Verri, bloccati dopo due casi positivi all'Uae Tour
ABU DHABI – “Siamo confinati nelle stanze. Oggi hanno bloccato anche gli ascensori”. Le stanze sono quelle di uno dei tre alberghi che ospitano, ad Abu Dhabi, le quasi 600 persone dell’Uae Tour, la competizione ciclistica internazionale negli Emirati Arabi, fermata giovedì sera a conclusione della quinta tappa perché due componenti (italiani) del Team Uae sono risultati positivi al test sul coronavirus. Ci sono anche due alessandrini in isolamento: Massimo Rava, titolare del negozio Mania Bike, al Tour come team leader di Shimano, che si occupa dell’assistenza tecnica neutra, e Federico Verri, anche lui nella squadra Shimano, figlio di Paola Testa disability manager del Comune di Alessandria.
“Siamo chiusi in albergo da giovedì sera, quando è stata comunicata la positività dei due membri del personale della squadra Uae, che sono stati portati in ospedale. Ieri il personale dell’Unità sanitaria (Health Authority) di Abu Dhabi ha sottoposto tutti a tampone: da noi sono arrivati nel pomeriggio e questa mattina è stata diffusa una prima nota in cui si dichiara che 167 campioni già analizzati sono negativi. Sono i primi, siamo in attesa degli altri esiti, compreso il mio: gli ultimi test sono stati effettuati nel nostro hotel ieri alle 21 (le 18 in Italia, ndr) e, quindi, visti i tempi – spiega Rava – non credo che prima di domani siano comunicati i risultati”.
L’aereo che avrebbe dovuto riportare tutta la comitiva in Italia sarebbe dovuto decollare domani alle 8.55. “Perché la fine del Tour era prevista per oggi. In questo momento non sappiamo se e quando potremo rientrare: l’Autorità sanitaria di Abu Dhabi ha scritto scusandosi per la situazione, ma sono procedure ‘per la nostra salute’, invitandoci a restare nelle nostre stanze. Altro non possiamo fare – racconta Massimo – speriamo di avere presto risposte. Ci è stato detto che dovrebbe arrivare anche una chiamata dal Ministero della Salute”. Con gli ascensori bloccati anche pranzi o cene sono a rischio per Massimo, Federico, Pietro Algeri e un altro collega. “Ieri, a pranzo, ce la siamo cavata grazie a Deliveroo, altrimenti restavamo a digiuno: oggi la vedo dura, senza ascensori anche questa possibilità è svanita. Passiamo il tempo leggendo, parlando e prendendo il sole dai vetri “.