Aral: piano industriale per candidarsi ad impianto per Piemonte Sud e Liguria?
Entro giugno, dopo decreto ammissione del concordato
ALESSANDRIA – “Attendiamo il decreto del Tribunale di ammissione del piano di concordato, ma la previsione è positiva, vista la relazione positiva del commissario giudiziale e il voto favorevole arrivato dal 72% dei creditori. Su questa base, abbiamo iniziato a scaldare i motori per preparare una bozza (per giugno) di piano industriale che si inglobi al concordato puntando allo sviluppo delle attività dell’azienda, per rafforzarla. Anche dal punto di vista economico, per poter investire”. Queste le parole del presidente Aral, Angelo Marengo in commissione Bilancio, col direttore Marco Rivolta e l’assessore Paolo Borasio. “Aral potrebbe così candidarsi ad impianto di trattamento di un’area vasta, con una convenzione tra Piemonte e Liguria». A questo si aggiunge – nell’idea di piano indistriale – il potenziamento di alcuni settori, “come il trattamento del verde, ingombranti e legno” e “l’ammodernamento del trattamento meccanico biologico, che noi già abbiamo, mentre Genova no. E questo porterebbe più rifiuti della città ligure qui”. E a crescere sarebbe anche il fatturato, ovviamente. Visto che comunque nel piano di concordato è stato previsto il pagamento al 94% del debito a tutti i creditori: 18 milioni da restituire.
In questo c’è stato – su richiesta del commissario giudiziale – anche l’impegno del Comune di Alessandria: con una delibera di giunta, “il pagamento delle fatture ad Aral a scadenza” come ha spiegato Borasio, che significa per la sua salvezza privilegiare questi pagamenti, ad altri.
L’obiettivo è quello di accrescere l’attività di Aral: “fino ad oggi, in attesa dell’ok del Tribunale siamo stati abbastanza fermi. Ma siamo sul mercato e non si può pensare per i prossimi 5 anni di stare immobili” ha aggiunto Marengo. Spiegando come già oggi l’impianto di Castelceriolo sia predisposto per poter raddoppiare il trattamento dei rifiuti: “le potenzialità le ha. E anche nel piano di concordato i 6 milioni di investimento sono indirizzati a questo. A cui si aggiungono i terreni attorno ad Aral, che potrebbero essere sfruttati. Questo significa anche personale in più, almeno 10-12 persone”.
“Nessuna azione grandiosa – hanno concluso i vertici dell’azienda – Se l’impianto funziona bene, a pieno ritmo e oltre, produce. Fa cassa e fa utili. Che si possono reinvestire….Se siamo i fratelli più ricchi, perché no anche in altri settori della filiera, come risorse destinate al campo della raccolta differenziata”.