“Chiese aperte, ma niente messe”
Il vescovo Gallese: "Questa situazione è sicuramente un tempo di maturazione della nostra fede"
ALESSANDRIA – Il vescovo di Alessandria, Guido Gallese, ha scritto una lettera aperta agli alessandrini. Tema, ovviamente, l’allarme coronavirus che sta preoccupando comunità intere: “Carissimi fedeli e cari confratelli nel sacerdozio, con questo messaggio intendo scrivere alcune indicazioni che possano aiutarci a vivere questa difficile situazione, osservando le misure sanitarie precauzionali disposte dalle autorità regionali nei confronti del diffondersi del coronavirus Covid-19 anche in Piemonte, per evitare allarmismi esagerati e la crescita di sfiducia e paura. Questa situazione di prova, che siamo chiamati a vivere, è sicuramente un tempo di maturazione della nostra fede, che ci porta ancora di più a stringerci a Cristo, pietra viva”.
Gallese, collegandosi all’ordinanza emanata dal Ministro della Salute d’intesa con il presidente della Regione Piemonte, ricorda che “le chiese restano aperte per la preghiera personale dei fedeli (le acquasantiere devono essere svuotate). Sono invece sospese le celebrazioni eucaristiche e le altre liturgie con concorso di popolo in tutte le chiese, cappelle e santuari fino alla mezzanotte di sabato 29 febbraio: di conseguenza, non si svolgeranno celebrazioni per l’imposizione delle Ceneri. E nei locali e nelle opere parrocchiali sono annullati attività, incontri e riunioni (comprese le attività di oratorio e la catechesi)”.
Inoltre, “i matrimoni saranno celebrati soltanto alla presenza dei parenti stretti. Per le celebrazioni delle esequie si può fare riferimento al rituale, parte prima, capitolo IV “Esequie nella cappella del cimitero” con gli opportuni adattamenti, specificando che non si svolgono nella cappella ma direttamente presso il sepolcro, celebrando una breve Liturgia della Parola e i riti esequiali. Non si svolgeranno veglie funebri e preghiere del rosario per i defunti“.
“La Curia – conclude il vescovo – rimarrà aperta al pubblico per erogare i consueti servizi. I fedeli sono invitati a vivere questo tempo nella preghiera, affidando al Signore i malati e quanti sono nella sofferenza, unitamente a quanti si prodigano per soccorrere gli infermi. Iniziando la Quaresima, esorto tutti ad accogliere l’invito alla conversione, con le opere penitenziali che la Chiesa suggerisce, rimanendo spiritualmente uniti ai fratelli e alle sorelle. I presbiteri sono invitati a celebrare l’Eucaristia quotidianamente, senza la presenza del popolo, pregando a nome di tutta la comunità, nella certezza che la preghiera liturgica è sorgente inesauribile di grazia per tutto il popolo di Dio. La benedizione del Signore sia sostegno in questo tempo di prova e conforto a quanti sono nella malattia“.