Progetto “Occhi bendati”, occhiali rigenerati per i detenuti
La cerimonia di donazione di 400 occhiali rigenerati da parte del Distretto Lion Alessandria Marengo al Don Soria e San Mchele
ALESSANDRIA – Sono quattrocento paia gli occhiali rigenerati destinati ai detenuti delle due strutture alessandrine provenienti dal Centro Italiano Lions Occhiali Usati di Chivasso, uno dei tre centri europei (18 in tutto il mondo) che a livello nazionale gestisce la raccolta, la rigenerazione, la classificazione (individuandone la gradazione), la confezione singola e la redistribuzione, anche a livello internazionale, di occhiali usati. Franco Guerra e Luisa Minella, responsabili del centro, sono intervenuti per illustrare l’attività della struttura che ogni anno rigenera o ricicla (nel caso gli occhiali non siano più riutilizzabili) oltre 350 mila occhiali frutto della raccolta effettuata attraverso la rete dei nei negozi di ottica. Il direttore di Distretto Roberto Stura e la direttrice delle carceri Elena Lombardi Vallauri hanno ringraziato a nome dell’Asl Al e del Ministero della Giustizia la delegazione Lions sottolineando quanto nel contesto delle case di reclusione un paio di occhiali possa essere fondamentale nel percorso di recupero dei detenuti e hanno presentato le modalità con cui sarà gestita la distribuzione alle persone che ne necessitano.
Alla consegna erano presenti il governatore del Distretto Lions 108 Ia2, Alfredo Canobbio, dei presidenti Lions di zona Beniamino Palenzona e Walter Giacchero, di Marì Chiappuzzo, responsabile Lions Global Service Team.
Come nasce il progetto “occhi bendati”
“Quante volte i formatori o i vertici di Lions Club International ci hanno sottolineato l’esigenza di raccogliere un bisogno che ci proviene dal territorio? Per puro caso, durante una riunione all’Asl di Alessandria, responsabile del Servizio della salute negli istituti carcerari, ci viene segnalato che esiste una grande necessità di occhiali da lettura.
Stupiti ci chiediamo come mai e facendo alcune domande ai responsabili, oltre a qualche ricerca, apprendiamo che, quando ti trovi in un ambiente chiuso e stretto quale una cella, dopo soli quattro mesi, anche persone al di sotto dei 45 anni perdono la visione della profondità e la loro vista si deteriora rapidamente; senza occhiali non si può leggere e di conseguenza occupare il tempo con tutto quello che ne consegue. Il titolo del service ‘Occhi Bendati’ deriva proprio da questo: occhi che sono bendati e che non possono vedere. Vengono allertati i dieci club Lions delle circoscrizioni 3A e 4B ed i vari presidenti manifestano prontamente la loro adesione, condividendo il progetto e impegnandosi nella ricerca di occhiali da donare. Infine, grazie alla sensibilità del governatore del nostro Distretto, Alfredo Canobbio, ci sono state aperte le porte del “Centro Italiano Lions Raccolta Occhiali Usati” di Chivasso, che ha predisposto 400 occhiali di varie gradazioni, da donare alle persone recluse nei penitenziari di “San Michele” e “Don Soria” di Alessandria.
Un doveroso ringraziamento a chi si occupa del Centro Occhiali Usati, che merita una visita per rendersi conto del lavoro che incessantemente si svolge al suo interno e che spazia dal ritiro degli occhiali alle innumerevoli attività correlate, quali: disinfezione, riparazione, gradazione e confezionamento perché gli occhiali rigenerati siano pronti alla riconsegna a chi ne ha bisogno. Inoltre presso il Centro è visitabile anche una interessante collezione di occhiali che saggiamente sono stati esposti: dagli occhiali da sole delle varie griffe a quelli di parecchi anni fa, da quelli caratteristici di medici e farmacisti, al modello indossato da Mastroianni in ‘Matrimonio all’italiana’ e altri ancora. Tutti occhiali reperiti durante le ‘raccolte di occhiali usati’ promosse dai Lions. Un museo vario ed un operoso Centro che ha consentito di soddisfare un bisogno a costo zero. Attraverso una donazione all’Asl locale, responsabile del servizio di tutela e salute, gli occhiali arriveranno in carcere grazie ai Lions dell’alessandrino che hanno creduto in questo progetto. Per noi è stata una questione di cuore.”