Emergenze, appello di Padre Ugo: «Codici verdi e bianchi stiano a Ovada»
Presa di posizione del presidente dell'Osservatorio Attivo
OVADA – «Penso a tutti quei malati che vengono “transumati” da un ospedale all’altro, attendono ore sulle barelle prima di essere visitati o curati; dalla mia posizione di sacerdote questo mi innervosisce». Dopo l’appello lanciato qualche settimana fa a favore del reparto di Fisiatria dell’ospedale cittadino, Padre Ugo Barani, da sempre in prima linea sulla difesa dei servizi sanitari dell’Ovadese, ha preso una posizione netta su un’altra questione di cui si discute da anni: la gestione dell’emergenza. «Il 118 – prosegue Barani – sistematicamente porta i malati da altre parti quando i codici verdi e bianchi, come già avevamo chiesto anche come Osservatorio Attivo (di cui è presidente, ndr), potrebbero fermarsi ad Ovada evitando spese e soprattutto disagi per i malati e i loro famigliari. Troppo spesso non si pensa alla carenza dei trasporti che crea ulteriori disagi nell’assistenza di chi è solo».
I mezzi gestiti dal 118 trasferiscono a principalmente a Novi, in misura minore ad Acqui Terme, Alessandria e Casale, i pazienti ovadesi. In particolare i codici verdi finiscono al San Giacomo già congestionato di suo. Un’interpretazione che persiste dal declassamento del Pronto soccorso, diventato Punto di primo intervento nel 2013 con il trasferimento dei due anestesisti reperibili all’epoca presenti nella struttura di via Ruffini. In quell’occasione l’Osservatorio Attivo promosse un ricorso al Tar, accompagnato da un imponente raccolta firme, per il quale furono riconosciute le motivazioni, salvo assoggettarle al difficile momento della sanità regionale sottoposta a piano di rientro.