Avvocati, no al processo infinito
Imputato per sempre? Giovedì 13 febbraio a Cultura e Sviluppo il dibattito sul tema della prescrizione
ALESSANDRIA – La toppa è peggiore del buco. Con una metafora non propriamente da gergo giurisprudenziale si potrebbe così sintetizzare il commento degli avvocati penalisti al Lodo Conte bis (dal parlamentare LeU Federico Conte) sul tema della prescrizione dei processi. Il Lodo – per venire incontro alle critiche anche interne al Governo – fa distinzione tra condannati in primo grado ed assolti, con uno stop solo per i primi. Un’ulteriore complicazione nelle procedure che, di fatto, non risolvono il problema (sempre secondo gli avvocati).
Imputato per sempre?
Con questo titolo nella serata di giovedì 13 febbraio all’Associazione Cultura e Sviluppo (piazza De Andrè, dalle 19 alle 22,30, con pausa buffet. Ingresso libero) si cercherà di fare un po’ più di chiarezza, soprattutto parlare senza tecnicismi dal momento che una tale riforma della giustizia potrebbe interessare a tutti quanti. Ospiti dell’Associazione Serena Quattroccolo, docente di Diritto processuale penale e direttore del Digspes (Università del Piemonte Orientale), Enrico Cieri, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Alessandria, Giulia Boccassi, avvocato e responsabile dell’Osservatorio pari opportunità delle Camere penali, Lorenzo Repetti, presidente della Camera penale di Alessandria.
Nessun rimedio
E proprio l’avvocato Repetti spiega ancora una volta la contrarietà della categoria su qualsiasi altro allungamento della prescrizione, dopo la prima riforma Orlando che già aveva esteso i tempi: “Pensare che se si allunga la prescrizione si hanno processi più giusti e più persone punite è un pensiero dozzinale – commenta – Intanto come è stata concepita, la riforma presenta tratti di incostituzionalità. Una riforma intesa in quel senso farà intasare ulteriormente i tribunali, il 90% dei reati va infatti a dibattimento, ma non si avrà più giustizia in senso assoluto».
Processi decennali
Repetti chiarisce anche un aspetto che lo tocca da vicino: «E’ sbagliato pensare che gli avvocati utilizzino delle tattiche per far allungare i processi, così da favorire ricchi e potenti che si possono permettere anni di dibattimenti: ad ogni rinvio di udienza si ferma il tempo, allungando di per sé tutto il procedimento. E comunque per i reati di particolare allarme sociale non c’è timore che vengano stoppati a causa di lungaggini».
Insomma, secondo il presidente degli avvocati penalisti della provincia di Alessandria, il risultato di questi cambiamenti non sarà di snellire i processi, anzi, di ‘intoppare’ ancora di più la già congestionata macchina della giustizia su reati bagatellari. Processo breve dunque? «Ma si contraggono anche i diritti delle persone».
All’americana
Nei corridoi si commenta che la nuova prescrizione è un primo tassello per ribaltare tutto il processo italiano e trasformarlo da accusatorio a inquisitorio. In quel caso solo in sede di processo si portano le prove a sostegno della propria tesi. Un po’ come si vede nei film americani.
Più nessun impunito? «Si vedranno i benefici»
«Il colpevole non può più farla franca attraverso la prescrizione che troppo spesso è sinonimo di scappatoia». Così la senatrice Susy Matrisciano (M5S) commenta gli ultimi aggiustamenti alla riforma già in vigore da gennaio. «Giustizia veloce e certa, i cui vantaggi si vedranno tra qualche anno». La parlamentare di Casalbagliano ribadisce la bontà di quanto introdotto: «Tante volte agli imputati è convenuto puntare all’allungamento invece che al rito abbreviato». Il ‘piano Bonafede’ prevede inoltre migliaia di assunzioni nei tribunali.
Italia Viva Alessandria – contraria seppur vicina al Governo – non è d’accordo. Ricorda invece che «Non solo avremmo un fine processo mai, ma anche un fine risarcimento mai».