Consigli di partecipazione: Pd e “Cuore” insorgono
Molteplici e articolate accuse alla scelta della maggioranza in consiglio comunale a Casale
CASALE – Lunedì il Consiglio Comunale di Casale ha approvato il regolamento con il quale verranno istituiti i nuovi Consigli di Partecipazione. Organismi che, nell’intenzione della Giunta Riboldi, sostituiranno i Consigli di Circoscrizione (che a Casale mancano da oltre 10 anni).
In merito hanno preso posizione (contraria) il Gruppo Consiliare del Partito Democratico (in aula il dibattito è stato acceso, ne parliamo su Il Piccolo di oggi) e il Coordinamento di Casale Cuore del Monferrato. Di seguito i due interventi.
Partito Democratico
Più che consigli si tratta di comitati. Invece che di partecipazione si tratta di propaganda e di consenso. Comitati snelli, nominati e pienamente allineati dall’Amministrazione, che si svolgeranno a porte chiuse.
Altro che partecipazione! Nella seduta del Consiglio Comunale di lunedì 3 febbraio abbiamo assistito a una triste pagina democratica che ha visto protagonista il Sindaco con la sua maggioranza. All’ordine del giorno si è discusso e votato il regolamento per l’istituzione e la disciplina dei consigli di partecipazione.
Purtroppo nel regolamento proposto dall’Amministrazione non vi è alcuna traccia di partecipazione. I membri sono, infatti, nominati dall’Amministrazione, le sedute sono a porte chiuse, il numero dei componenti è di quattro per i quartieri inferiori a 5’000 abitanti e di sei per i quartieri con più di 5’000 abitanti. Su quattro consiglieri, tre sono nominati dalla maggioranza. Nel caso di sei consiglieri, sono quattro quelli nominati sempre dalla maggioranza.
Come se non bastasse il controllo esercitato, è data la possibilità di partecipare a questi organismi ad un coordinatore nominato dal Sindaco tra i consiglieri comunali, più il Sindaco stesso che può partecipare e convocare ogni qualvolta lo ritenga senza una preliminare condivisione.
Insomma, un prolungamento ‘snello’ a tutti gli effetti della Giunta, dove è chiara la forte impronta verticale, dall’alto verso il basso, dove è evidente la volontà di istituire comitati di consenso e di propaganda, a porte chiuse.
La partecipazione è tutta un’altra cosa. Parte dal basso, è faticosa, non viene nominata, è democratica, comporta la volontà di far veramente partecipare i cittadini ed essere pronti ad ascoltare anche le richieste e le proposte che non fanno comodo.
Siamo intervenuti, in più occasioni nelle Commissioni e in Consiglio comunale, proponendo una serie di emendamenti, chiedendo che venisse rivista la modalità di composizione di questi cosiddetti “Consigli di Partecipazione”, prevedendo che i membri venissero scelti attraverso libere elezioni.
Abbiamo dato disponibilità a discutere insieme alcune alternative di forma elettiva e partecipativa, prendendo esempio anche da altre città. Ma non c’è stata nessuna apertura da parte del Sindaco e tanto meno dalla maggioranza che lo sostiene.
Abbiamo cercato di allargare il numero dei componenti di questi consigli di quartiere, in modo da poter dare una ragionevole possibilità di partecipazione alle minoranze e ai cittadini. Anche su questa richiesta c’è stata totale chiusura da parte della maggioranza
Abbiamo richiesto che si potesse discutere nell’ambito di questi Consigli delle tematiche di bilancio, dando la possibilità ai cittadini di esprimere delle considerazioni e dei pareri consultivi. Evidenziando che dove esistono i consigli di partecipazione, la tematica della discussione sul bilancio è presente e centrale. L’Amministrazione ha bocciato anche questa proposta.
Abbiamo chiesto che le sedute potessero essere aperte, perché la pubblicità dei lavori e la trasparenza sono parte stessa della democrazia. L’Amministrazione non ha accettato.
Abbiamo chiesto che potessero essere i Consigli, dal basso, a invitare quando ritenessero il Sindaco. E non il contrario. L’Amministrazione non ha accettato.
In tutti gli emendamenti che abbiamo proposto e che hanno visto la convergenza da parte degli altri gruppi di minoranza, la chiusura della maggioranza è stata ferma e totale
In conclusione non possiamo che esprimere profondo rammarico per la creazione da parte dell’Amministrazione di questo strumento di consenso, che di partecipazione ha ben poco, se non nulla.
Casale Cuore del Monferrato
Lunedì sera abbiamo assistito ad una presunta celebrazione della partecipazione democratica che in realtà si è rivelata una commedia ridicola. In nessun altro modo possiamo definire la proposta dell’attuale Sindaco Riboldi e della sua Amministrazione che avevano promesso in campagna elettorale di reistituire i Comitati di Quartiere.
Che utilità e autonomia avranno dei Comitati i cui membri sono nominati dal Consiglio sulla base dei rapporti di forza dei gruppi politici che lo compongono e non eletti? Che saranno sottoposti al coordinamento di un consigliere? Che possibilità di essere rappresentati avranno i cittadini non iscritti ad un partito, ma volenterosi di partecipare? Che valore avranno se il loro ruolo sarà solo consultivo e di confronto tra il Sindaco e i nominati dalla sua stessa maggioranza? Che potere avranno se il confronto tra Amministrazione e Comitati sarà solo consultivo e né preventivo, né vincolante?
Insomma, tutto si palesa nell’affermazione fatta dal Sindaco Riboldi che i Comitati saranno “Consigli di supporto agli assessorati”. Se queste sono le basi democratiche e di partecipazione che il Sindaco Riboldi intende promuovere con i Comitati di Quartiere noi le rifiutiamo categoricamente.
Lasciamo a lui la velleità di essere Re, noi vogliamo difendere la Repubblica democratica. Per questo ribadiamo quanto più volte proposto in campagna elettorale: Comitati di quartiere eletti e possibilità di partecipare dai 16 anni. Obbligo di consultazione preventiva per ogni intervento, progettazione o pianificazione che interessi i quartieri. Destinazione di una parte anche piccola, ma vincolata, di risorse del bilancio comunale rivolta alla progettazione degli interventi con i Comitati di Quartiere. Abbiamo appreso in consiglio che le forze di minoranza sostengono questa nostra visione e a loro ci appelliamo per una lotta condivisa e il sostegno ad un referendum che faccia esprimere la popolazione in merito.