Psicosi Coronavirus: a Valenza i negozi cinesi tengono, ma i ristoranti…
Viaggio tra alcuni esercizi commerciali
VALENZA – I primi due casi di Coronavirus sono stati registrati in Italia a Roma un paio di giorni fa e, sebbene nelle nostre zone il virus non si sia ancora manifestato (e magari non lo farà nemmeno), che conseguenze ha già avuto sul commercio cinese? Abbiamo provato a chiederlo in una passeggiata tra alcuni negozi di Valenza.
L’esercizio più grande in città è il Best Store di Hu Zhiyou in via Alessandro Volta. Alla cassa la prima sorpresa, il gentile venditore non è un uomo dai tratti orientali ma l’italiano Antonino Zurolo (la sua è una bella storia di integrazione “al rovescio”) che ci rassicura: «Non abbiamo registrato cali nelle vendite rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Se ci fossero sarebbero immotivati, nessuno è andato in Cina da almeno due anni, la nostra distribuzione arriva dall’Italia. I nostri clienti non hanno paura per fortuna» ci racconta mentre è spesso interrotto per battere l’ennesimo scontrino sul registratore.
Ci spostiamo in corso Garibaldi dove gli affari tengono senza scossoni anche in una sartoria, talmente cinese che, per colpa delle difficoltà comunicative, ci mettiamo un po’ a vincere la ritrosia della ragazza che ci riceve, anche un po’ si spaventa dalle nostre domande. A rassicurarla e ad aiutarla a rispondere è però Grazia, sua cliente storica: «Gli affari qui tengono, tutto regolare» ci spiega.
Il bilancio peggiore arriva dal settore della ristorazione. Drammatico il quadro del Ristorante Sapporo di viale Vicenza: «Il calo negli affari è stimato dal 30 al 50% in questi ultimi giorni. I clienti hanno paura, se continuasse così non potremmo continuare» ci confida Andrea, da 10 anni in Italia.
Sul tema abbiamo sentito anche l’assessore al commercio, Massimo Barbadoro: «In Italia e a Valenza si devono evitare le psicosi e le discriminazioni. Un problema potrà inoltre verificarsi nei prossimi tempi, dal mancato arrivo delle merci dalla Cina»