Case popolari in degrado. M5S: “La Regione deve all’Atc Piemonte Sud 6 milioni”
Le richieste dei consiglieri regionali Martinetti e Sacco, col capogruppo comunale Serra
ALESSANDRIA – “La Regione deve all’Atc Piemonte Sud (Alessandria, Asti e Cuneo) i fondi che gli spettano: 5milioni 700mila euro del Fondo sociale 2014-2018 e 2milioni e mezzo dei Programmi d’intervento in essere”. Questo è quanto scoperto dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Ivano Martinetti e Sean Sacco, che hanno presentato un Ordine del Giorno in Consiglio regionale proprio per chiedere alla giunta di “ripianare questi debiti entro l’esercizio 2020, in modo da permettere una adeguata presa in carico dei problemi manutentivi degli immobili Atc”. E lo stesso hanno fatto i consiglieri comunali, Michelangelo Serra e Francesco Gentiluomo, a Palazzo Rosso.
I problemi
“Sono continue le segnalazioni di cittadini che vivono nelle case popolari – ha spiegato il capogruppo Serra – in degrado strutturale e impiantistico. Dai piloni a cui è saltato il copriferro di via Tonso, alla mancanza di sicurezza per chi abita in via Verona. E poi al quartiere Cristo, Gandolfi e Villaggio Europa, dove in alcuni case piove dentro per problemi al tetto”. Alle diverse interpellanza “ci è sempre stato risposto che il problema era la mancanza di soldi. Beh, ora forse questo problema si potrebbe risolvere… se la Regione desse quello che deve all’Atc Piemonte Sud. Con quasi 6 milioni si possono davvero sistemare molte cose e pensare anche di investire in efficientamento energetico”. E se si parla di Atc, Serra, non dimentica il caso ormai ‘ultra decennale’ dell’housing sociale di San Michele. “A che punto siamo? In che direzione intende andare questa amministrazione, senza rischiare alla fine di dover ridare indietro alla Regione dei soldi?”.
Le nomine
Ai debiti e al degrado si aggiunge una terza questione: “le nomine di due consiglieri del CdA di Atc sono illegittime”. Per via degli incarichi pubblici precedentemente assunti da Marchionini e Canova, la loro nomina è in contrasto con la legge 39/2013 e incompatibile con gli statuti di Atc. “Viste le condizioni difficili in cui opera, servono figure che possano essere subito e totalmente determinanti e non lì per una spartizione di poltrone e di interessi politici”.