Da Molare al Vajont, quei disastri causati dalla cecità umana
Dal saggio di Giorgio Temporelli spesso emergono storie di superficialità o interessi. Oggi la presentazione
NOVI LIGURE — Ricominciano oggi, giovedì 23 gennaio, gli incontri di “Un libro in galleria” a Novi Ligure. Ad aprire le danze degli incontri 2020 sarà Giorgio Temporelli con il suo “Da Molare al Vajont. Storie di dighe”, presentato per l’occasione da Andrea Scotto. Come sempre l’appuntamento è alle 18.00 presso la galleria Pagetto Arte di via Girardengo 85-87.
Quando si parla di incidenti associati alle dighe, la memoria collettiva torna al Vajont (1963), ma molte altre catastrofi simili, forse meno note, sono accadute in altri luoghi e in altri tempi: Gleno (Bergamo, 1923), Molare (1935), Fréjus (Costa Azzurra, 1959) e Val di Stava (Trento, 1985), solo per citare alcuni episodi a noi vicini.
In “Da Molare al Vajont” Temporelli racconta le vicende di questi disastri, ne analizza le cause, le conseguenze e riporta le testimonianze dei superstiti. Ne risulta un’indagine accurata dal punto di vista scientifico, ma altrettanto significativa dal punto di vista umano, da cui troppo spesso emergono storie di superficialità, interessi, o cecità verso i segnali della natura.
Giorgio Temporelli, laureato in Fisica, si occupa professionalmente di tematiche riguardanti le acque destinate all’alimentazione. Ha effettuato studi e ricerche per gestori di acquedotto, società di imbottigliamento e aziende produttrici di sistemi di potabilizzazione e trattamento dell’acqua. Attualmente svolge attività di ricerca scientifica in collaborazione con la Fondazione Amga. È autore di oltre 60 articoli tecnici, 10 libri, e 90 tra interventi, incontri, dibattiti, presentazioni e conferenze.