“Il mio sogno? Un centro sportivo polivalente con alloggi e mensa”
Le parole di Gavarente dello Swimming Club Alessandria in Commissione
ALESSANDRIA – Questo è il sogno per Alessandria di Ettore Gavarente, presidente della Asd Swimming Club Alessandria, gestore della piscina della scuola di Polizia, che vanta titoli e professionalità nel campo del nuoto. “Una struttura polivalente: dalla piscina, ai campi da tennis. Ma con foresteria: alloggi, mensa e anche possibilità di borse di studio”. In stile ‘campus’ quasi. Questa la visione emersa nel corso della commissione Cultura dove si è discusso di impianti sportivi e situazione piscine: “Alessandria è in ginocchio. A livello agonistico la mancanza di una piscina da 50 metri coperta ci obbliga a far spostare fuori i nostri atleti. Che significa alla fine perderli e mandarli in associazioni più grandi che danno altre possibilità”.
Idee e consigli da un esperto del settore sono sono stati alla base del confronto con i consiglieri comunali, che hanno richiesto una commissione congiunta alla presenza di dirigenti e assessori competenti (Ciccaglioni e Barosini) per fare il punto su “piscina scoperta (dopo una serie di bandi andati deserti) e il bando a tre ‘Borsalino- Nuoto Club e pista di atletica’”. Che sembrano essere modello perfetto nel disegno ‘sogno’ di Gavarente.
“Ma il principio di base deve essere che la piscina – come la scuola e la sanità – non possono essere visti come profitto economico personale. Se crediamo di poter trovare investitori, pensiamo male. Costi decennali troppo alti. Bisogna affidarsi ad associazioni dilettantistiche no profit, questo è il valore delle piscine: sociale. Ma certo la gestione può avvenire se si danno strutture in ordine, altrimenti investimenti troppo alti non sono pensabili. Mentre le associazioni riescono a reggere il peso della manutenzione ”.
Piscina scoperta e “Borsalino-piscina coperta e pista di atletica”
Secondo il presidente dello Swimming Club Alessandria “deve essere chiaro dove ci si vuole impegnare, su cosa puntare. Ad esempio la piscina comunale di lungo Tanaro S. Martino è in stato di decadimento sempre maggiore: troppe risorse da investire. Mentre il Nuoto Club, che ha comunque bisogno di essere rifatto… è più appetibile. Ma anche qui, la concessione termina nel 2023. Come di fa a pensare di investire su una struttura che oggi nemmeno si può visitare e che non è a disposizione?”.
“Forse la strada intrapresa, con questo bando a tre, sarebbe da rivedere” sono state le parole di Marica Barrera dai banchi dell’opposizione, suffragata dalla posizione ‘dura’ del consigliere di maggioranza Federico Guerci, in quota Forza Italia, che della questione piscine ha fatto il proprio cavallo di battaglia in questa amministrazione. “Si è sbagliato. Bandi su bandi per la piscina scoperta, quando c’era la possibilità di valutare altre strade, come il project financing. Anche su Nuoto Club, nessuna carta in regola e quindi possibilità di bloccare l’attività con l’attuale gestione. Ma nulla. Questo perché non c’è la volontà da parte dei dirigenti, che hanno degli obiettivi e escludono altre strade da percorrere”.
Parole forti per la consigliera Rita Rossa (Pd) che ha sottolineato la necessità di una commissione alla presenza di dirigenti e dell’amministrazione comunale, “per capire se è davvero la parte tecnica a dettare le linee politiche, ma anche per la finalità stessa che hanno le commissioni consiliari, che è di confronto e di possibilità di mettere sul piatto della bilancia alternative, idee e eventuali soluzioni”. Oltre che “le intenzioni della giunta”.
Ed è su questo punto che il presidente della Lega Evaldo Pavanello si è posto su una linea simile a quella del consigliere Guerci, ovvero di non completa condivisione su quanto si sta facendo come amministrazione. “Se riteniamo che siano servizi necessari alla popolazione, si deve investire come amministrazione perché non si può chiedere alle realtà associative di farlo, per costi troppo alti! Il punto fondamentale da perseguire è che l’amministrazione pubblica ci deve entrare, perché se è un servizio e non una attività di profitto, il privato non investe ovviamente!”.