“Io, prete tra i malati, inadeguato di fronte ai bimbi che soffrono”
ALESSANDRIA – “Prego, accomodiamoci”. C’è un ufficio essenziale, di fianco all’ingresso della chiesa. Una scala interna conduce a un magazzino. Oltre, c’è la canonica, ovvero la casa di don Stefano Tessaglia, il cappellano del Santi Antonio e Biagio, l’ospedale in cui siamo venuti a trovarlo alla vigilia della festa del patrono.
Don Stefano, cosa fa il cappellano dell’ospedale? “Essenzialmente nelle mie giornate io ascolto. L’importanza dell’ascolto è sottolineata da ogni scuola pastorale e spirituale ma anche psicologica, perché davvero l’ascolto è il fondamento di ogni relazione. Quando una persona si sente ascoltata, sa di essere importante: è così importante che qualcuno spende il suo tempo per lei. Ascoltare però risulta molto più impegnativo che parlare o consigliare: a noi che siamo egoisti e egocentrici chiede di centrarsi sull’altro, mettendo tra parentesi noi stessi e il nostro mondo”.