Sosta selvaggia, ora la lotta si fa con social e smartphone
"Gogna mediatica" per le auto in sosta vietata. Che talvolta impediscono il passaggio dei mezzi di soccorso, come accaduto ieri
NOVI LIGURE — La lotta al parcheggio selvaggio ora si fa sui social network. Basta scattare una foto con lo smartphone e in pochi secondi l’immagine dell’automobile in divieto può essere pubblicata sui vari gruppi Facebook dedicati alle diverse realtà locali. Sono sempre di più le persone che preferiscono denunciare i comportamenti sbagliati degli altri automobilisti con la “gogna mediatica” piuttosto che rivolgersi ai canali ufficiali.
Nel mirino degli smartphone è finito chi lascia la macchina sulle strisce pedonali (a Gavi), parcheggia il suv nello stallo riservato ai disabili (in un posteggio di via Mazzini a Novi Ligure), si mette a cavallo tra due posti auto (a Serravalle Scrivia), si piazza proprio di fronte a un cancello “sequestrando” un intero palazzo (ancora a Novi, in via Verne) o si sistema con l’auto nelle aree per i camper (Gavi).
Posizionare l’auto in sosta vietata talvolta rischia di trasformarsi in qualcosa di più di una semplice infrazione al codice della strada. Come accaduto ieri pomeriggio a Serravalle Scrivia: ambulanza e vigili del fuoco hanno faticato per passare in via Papa Giovanni XXIII e soccorrere una persona che si era sentita male in casa, come denunciato dal presidente della locale Croce Rossa Antonio Pavoli.
La maggior parte dei trasgressori, ammesso che noti la foto su Facebook, fa finta di niente: anche perché quasi sempre la targa viene pudicamente (e saggiamente) oscurata. C’è anche però chi decide di replicare, accampando qualche scusa. Come la 55enne beccata a Gavi a parcheggiare di sera nel mezzo di via Mazzini («è una via pedonale, biciclette e carrozzine ci passano comunque») o il 44enne di Novi sorpreso in sosta sul posto dei disabili in via Mameli («in quella zona non c’è parcheggio»). Ma forse, per dirla con il proverbio veneto ormai entrato nell’uso comune, «xe pèso el tacòn del buso», è peggio la toppa del buco.