Il sound di Paolo Bonfanti e Martino Coppo chiude il Rebora Festival
Appuntamento presso l'Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato
Appuntamento presso l'Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato
OVADA – Sarà il sound “all’americana” a chiudere il Rebora Festival di Ovada con un duo d’eccezione: Paolo Bonfanti e Martino Coppo si esibiranno in Enoteca Regionale il 28 dicembre. L’occasione è la presentazione del loro nuovo album “Pracina Stomp”, appena pubblicato. Con loro sul palco Nicola Bruno, bassista e docente che ha registrato con loro.
Riunite in una cascina isolata dell’Alto Monferrato un produttore americano come Larry Campbell, vincitore di tre Grammy Awards, il genio creativo del chitarrista Paolo Bonfanti e Martino Coppo, polistrumentista virtuoso del mandolino, uno dei migliori interpreti del genere “blue grass”. Con loro musicisti di livello: oltre a Bruno, Stefano Resca (batteria), Roberto Bongianino (hammond e accordion). In poco più di una settimana avrete la creazione di un capolavoro. «L’album – spiega Bonfanti – prende il nome dalla Cascina Pracina che è il luogo scelto per registrare la nostra opera perché immersa nella natura e isolata, allo stesso tempo abbastanza grande per accogliere strumenti e musicisti e incidere live il disco in un ambiente naturale». Larry Campbell in un’intervista ha raccontato con una frase l’esperienza: «“È Americana fatta in Italia, bellissima!».
«Io e Martino Coppo – prosegue Bonfanti – ci siamo conosciuti nel 1985. Entrambi genovesi, le nostre vite artistiche si sono incrociate più volte fino a quando non abbiamo deciso di unire la nostra musica e creare, sulla base delle esperienze passate, qualcosa di nostro». Una passione espressa in due anime diverse; più blues e rivolto al cantautorato americano Bonfanti che si definisce «dylaniano convinto”. Più vicino al blue grass, musica popolare statunitense con forti accenti irlandesi e inglesi, le influenze di Coppo si sentono maggiormente in tre brani: “Pracina stomp” che dà il titolo all’album, “Anniversary reel”, “Visa application”.
«Nei miei testi – racconta Bonfanti – descrivo la realtà per come la vedo con occhio attento verso i temi sociali. La prima musica a coinvolgermi è stata quella di Guccini. Poi è arrivato Gaber. Tra gli americani il rock and roll di Chuck Berry». “Over’s under”, letteralmente “ciò era sopra ora è sotto”, è un commosso ricordo del ponte Morandi. «Il crollo – è stato uno strappo che ha diviso la città straziando i nostri cuori. A più di un anno, penso a chi per interesse non ha tutelato le persone e provo rabbia e sgomento».