Tra vent’anni saremo un po’ più giovani: lo dice lo Strudel…
Uno studio di Ires Piemonte ha calcolato che l'età media in provincia nel 2038 si abbasserà di qualche mese
PROVINCIA – Se lo dice lo Stru.de.l possiamo crederci. No, non siamo impazziti, non si tratta del tipico dolce tirolese, ma dello ‘Strumento demografico locale’ (da qui l’acronimo Stru.de.l.) sviluppato da Enzo Migliorini e in uso agli statistici sin dal 1978 – via via perfezionato nel corso degli anni – per estrapolare tendenze di lungo periodo relative ai mutamenti demografici.
Come funziona lo Stru.de.l.? Entrare troppo nello specifico risulterebbe noioso e cervellotico. In sintesi, è sufficiente sapere che lo scopo è fornire dati attendibili (se pur con un minimo beneficio d’inventario) ricavati dall’analisi di elementi e dati storici relativi ai fattori che incidono sulla struttura demografica – quali, ad esempio, i tassi specifici di fecondità, le probabilità di morte o i flussi migratori – al fine di effettuare proiezioni che tengano conto delle modalità che caratterizzano l’evoluzione della popolazione di un dato territorio. Il modello, ad ogni modo, nel corso dei decenni si è dimostrato affidabile per quanto basta.
Lo studio in regione
Gli indici utilizzati per le proiezioni elaborate dalle ricercatrici di Ires Piemonte, Elisa Tursi e Maria Cristina Migliore, si basano (anche) su dati certi: come ad esempio i tassi di natalità nel corso degli ultimi decenni. Qualche esempio concreto: i figli del ‘baby boom’, ovvero coloro che oggi hanno tra i 50 e i 60 anni, tra vent’anni faranno parte della generazione che, secondo le previsioni, in Piemonte crescerà in maniera più significativa (un buon 15% oltre i dati attuali). Nel 2038, invece, la fascia d’età 45-65, ossia quella di cui faranno parte i nati tra gli anni ’70 e gli anni ’90 – periodo in cui la natalità in Italia ha subito una forte riduzione – calerà all’incirca del 18% (235mila unità in meno, da 1 milione e 314 mila a 1 milione e 80mila). L’età media dei piemontesi nei prossimi vent’anni dovrebbe crescere di un anno esatto: dai 46,.8 di oggi ai 47,8 del 2038.
Previsioni in provincia
Quale sarà, invece, l’andamento demografico in provincia di Alessandria nei prossimi vent’anni? Dallo studio effettuato con il metodo Stru.de.l., emerge che l’età media degli alessandrini – che ad oggi è di 48,5 anni, la più alta in regione dopo quella dei biellesi (49 anni) – si abbasserà di quattro mesi. Un dato in controtendenza rispetto a tutte le altre province piemontesi. Da qui al 2038, gli ‘under 20’ andranno ad aumentare all’incirca di un migliaio di unità, passando dal 15,4% a poco più del 16%. Niente di rivoluzionario, ma pur sempre una tendenza tutto sommato incoraggiante e significativa. La fascia d’età 20-64 su base provinciale scenderà invece dal 57,4% di oggi al 54%, mentre gli ‘over 65’ dovrebbero salire dal 27,8% al 29,5%. Per quanto riguarda i generi, nei prossimi venti anni il numero dei maschi rimarrà più o meno stabile (pur con un leggero incremento, dagli attuali 205mila e 700 a poco più di 206mila). Al femminile, al contrario, si dovrebbe registrare un decremento: da 218mila e 400 a poco più di 205mila nel 2038. Più in generale, il totale della popolazione diminuirà di circa 13 mila unità.
I numeri nel capoluogo
Interessanti i dati demografici che riguardano il Comune di Alessandria. Negli ultimi 15 anni le nascite hanno fatto registrare un calo abbastanza significativo, anche se alquanto irregolare qua e là negli anni. Se nel 2004 sono stati 818 i lieti eventi registrati all’anagrafe (il picco nel 2008 con 839), lo scorso anno sono venuti al mondo ‘appena’ 650 pargoli. La crisi genitoriale degli alessandrini ha preso il via, in maniera particolare, dal 2011.
I decessi annuali, al contrario, si sono mantenuti più o meno stabili, ma anche in tal caso la tendenza degli ultimi quattro anni risulta al momento in crescita rispetto alla decade precedente (1156 i morti nel 2018).
Per quanto riguarda le fasce d’età, infine, il gruppo più numeroso è quello rappresentato dagli ‘over 60’, poco più di 29mila (tra questi, oltre 10mila gli anziani tra i 70 e gli 80 anni). I cittadini tra i 41 e i 60 anni sono invece 28.969. Molti meno gli ‘under 19’, circa 15mila su un totale di 93.808 residenti.