“Troppi sbagli individuali: prima non era così”
Scazzola non nasconde i problemi, ma serve trovare rimedi alla fase deficitaria
Cristiano Scazzola fa l’allenatore ormai da molte stagioni. Sa bene che quando i risultati latitano il primo sotto i riflettori, anche sotto esame, è il tecnico. Ma dopo la terza sconfitta in quattro gare va oltre. Non pensa a sé, cerca di capire, lui per primo, perché una squadra padrona del campo per 38 minuti, dopo il pareggio poco a poco scompare, e si limita a inseguire un avversario che corre di più, che ci crede di più. Che vince con merito.
“Nel primo tempo abbiamo fatto la partita: il vantaggio con il gran gol di Cesarini, prima e dopo due opportunità per segnare ancora, con altrettanti salvataggi sulla linea. Poi quel pareggio un po’ rocambolesco”. Eppure, davanti, ancora un tempo abbondante per riprendersi la partita. E l’Alessandria che fa invece? La consegna subito nelle mani della Pergolettese. “Appena rientrati in campo abbiamo commesso un errore, come prima non facevamo”.
Il nodo è questo: una squadra che crede in se stessa e vuole vincere non può, dopo 20 secondi di gioco, subire una rete come quella del raddoppio dei gialloblù. Un’azione che è l’immagine dei Grigi di oggi: un gruppo con un potenziale ridimensionato, in cui troppi giocatori non corrono e sembrano abulici e avulsi dal gioco, e senza motivazioni. “E’ chiaro che l’avversario poi si chiude e il rischio, come è successo a noi, è perdere le distanze. Non dobbiamo prendere gol e, invece, è un momento in cui commettiamo troppi errori con i singoli, che ci stanno costando caro. Sono errori di attenzione – insiste il tecnico – sia quando abbiamo le occasioni noi e non le sfruttiamo, sia quando subiamo dagli avversari”.
Attacco insistente: né Eusepi, né Arrighini. Sintomatico il fatto che il più pericoloso è Pandolfi, che gioca solo 10 minuti. “Non palo dei singoli, sono valutazioni che facciamo tra di noi, analizzando la gara. Arrighini, magari, non era nella sua migliore giornata”.
Il destino di Scazzola potrebbe essere legato ai risultati delle ultime due gare del 2019? Possibile: queste sono ore di riflessione, per tutti. Con una certezza: questa Alessandria non può viaggiare ai ritmi deficitari degli ultimi due mesi, perché ha uomini e mezzi per alzarli e di molto, ma devono volerlo tutti. Anche chi oggi cammina invece di correre pensando di mandare chissà quale messaggio.