Mercato delle seconde case: il Monferrato piace
Nonostante questo il valore degli immobili rimane invariato
PROVINCIA – Nel 2018 ha registrato una crescita maggiore rispetto al dato nazionale il mercato delle seconde case in Monferrato, Langhe e Roero. «Il numero di compravendite quest’anno è aumentato, si stima tra il 3 e il 5% rispetto al 2018», spiega Andrea Monti, responsabile settore Estero Fiaip Piemonte (Federazione italiana agenti immobiliari professionali).
Il paesaggio vitato del Basso Piemonte piace e richiama l’attenzione di chi investe nel campo immobiliare: riconosciuta patrimonio Unesco nel 2014, l’area garantisce attrattiva turistica e diventa luogo ideale per le case vacanza. Ovadese, Acquese e Casalese sono tra le aree interessate. La stagione turistica è ricca «anche a Pasqua, fino al periodo della vendemmia e del tartufo a fine novembre», dice Monti.
Aumentano le transazioni ma, al contempo, non aumenta il valore degli immobili, rimasto invariato rispetto all’anno precedente. Il Monferrato costa meno rispetto alle zone di Barolo e Barbaresco. La zona di Acqui è tra le più ricercate per la sua posizione strategica verso la Liguria e l’aeroporto di Malpensa.
É in crescita l’interesse degli italiani, principalmente milanesi o lombardi, in aumento anche i torinesi. Sempre rilevante la quota degli stranieri: tedeschi, olandesi, svizzeri e svedesi su tutti, ma anche danesi, norvegesi, inglesi e francesi. In crescita anche gli americani.
Tutti cercano un’abitazione indipendente con giardino. Si va dalla villa d’epoca del Settecento, Ottocento, al casale in pietra. La zona su cui si concentra la scelta è quella collinare. «Oltre le case – evidenzia Monti – quest’anno abbiamo avuto un maggior numero di richieste da parte di società straniere interessate all’acquisto di aziende vitivinicole e di casali con terreni a vigna, per diversificare i loro business. Anche gruppi cinesi». La domanda si concentra prevalentemente su immobili già a posto o che necessitano di piccoli interventi. Circa il 35% desidera un’abitazione ristrutturata, pronta per essere abitata, un altro 35% vuole fare alcune personalizzazioni e solo il restante 25% è disposto a ristrutturare integralmente.
«Se l’italiano è disposto a spendere tra i 200 e i 300mila euro per una seconda casa, lo straniero può investire anche tra i 600 e i 700mila euro, soprattutto se pensa ad abitarci stabilmente o quasi», racconta Monti. Poi ci sono casi d‘investimento ancora più importanti. Per esempio danesi e americani hanno scelto di cambiare vita avviando attività di impresa come Chateaux, Relais e Resort».
In merito agli affitti, nel 2018 si è registrato un calo. «Ma molti stranieri – sottolinea Monti – ormai sono proprietari di casa e affittano ai loro connazionali , saltando dunque i passaggi canonici e non rendendo di fatto pienamente monitorabile l’andamento delle locazioni». La presenza di stranieri conta circa il 43% delle presenze: si va dai 700 a 1.000 euro, fino a 4.000 a 4.500 euro a settimana. «L’ampia oscillazione – spiega – dipende anche dai servizi disponibili, dalla piscina al personale domestico». La redditività delle seconde case in questo scenario va dal 6 al 10%. La previsione futura è che il 2019 possa registrare un nuovo lieve aumento delle locazioni.