Chiarello, gol e palo. Castellano fatica
In attacco Arrighini svaria molto, ma è troppo lontano dall'area
Non è stata una partita bella, l’Alessandria ha giocato solo a sprazzi perché, lo ammette anche Cristiano Scazzola, “è un periodo in cuio facciamo più fatica e siamo meno brillanti”. La fatica si amplifica con le squadre che hanno un buon palleggio, e la Juve U23 lo ha, e sono anche organizzato: fare diga e sfruttare le ripartenze è una soluzione, ma non sempre così scontata e, soprattutto, efficace. Soprattutto se, là davanti, gli attaccanti sono poco serviti o se, come nel caso di Arrighini, devono svariare su tutto il fronte d’attacco perdendo in lucidità. Proprio il suo cambio, però, fa discutere. “Domenica notte ha avuto la febbre – così Scazzola – nell’ottica delle tre gare è giusto che qualcuno rifiati anche un quarto d’ora”.
VALENTINI – Perdonato: Un tempo di ordinaria amministrazione, la sensazione di un tuffo ritardatodi una frazione di secondo sul diagonale di Zanimacchia, che vale il pareggio. Si fa perdonare togliendo dall’angolino la punizione di Beruatto, salvando il risultato: 6
DOSSENA – Maturo: la crescita è continua, più solido e con più personalità. E se prima erano le palle alte il suo ‘pezzo forte’, adesso si fa sentire anche negli anticipi. Determinante quando, nel recupero del primo tempo, spazza via la conclusione di Beltrame destinata in porta: 6
COSENZA – Una sola volta Mota sfugge al suo controllo, al 17′ del primo tempo, ed è quando rimedia Cambiaso. Prima e dopo il portoghese vede davvero poco la palla anche, e soprattutto, per merito del centrale. Che anche quando gli uomini dell’attacco bianconero cambiano, ha lo stesso sostanzioso atteggiamento: 6.5
SCIACCA – Altalenante: il limite maggiore è la continuità, tattica e tecnica, che ancora non ha trovato: è fra i più contagiati dallla scarsa brillantezza e il suo rendimento a singhiozzo, nonostante l’impegno, lo rende un po’ distratto e più vulnerabile. Come nel finale del primo tempo: 5.5
CAMBIASO – Sfortunato: è pronto a lottare per conquistare spazi in avanti in quella parte di campo dove agiscono Zanimacchia e Beruatto, e determinare così superiorità numerica, quando il ginocchio si gira e nessuno ha il suo cambio di passo e sa puntare l’uomo come fa lui: ng
CHIARELLO – (dal 22′ pt) Decisivo: e nel bene. Il tocco sottoporta che dà ai Grigi il vantaggio è il chiaro segnale che uno con le sue caratteristiche deve sempre essere messo nelle condizioni di giocare qualche metro più avanti. Un attaccante aggiunto, anche per numero di gol, sfortunato per la combinazione portiere – palo nell’azione del possibile 2-1: 7
CLEUR – Duttile: Inizia come interno destro e con una diligente esecuzione, dopo 20′ si sposta sulla fascia, con buona volontà, ma anche con evidente fatica nell’uno contro uno e dalla sua oarte i palloni giocabili in area scarseggiano. Nella ripresa ha compiti più difensivi, con affanno a liumitare la spinta di Olivieri: 5.5
CASTELLANO – Insicuro: trasmette una sensazione di insicurezza, comunque di fatica ad interpretare il ruolo di playmaker centrale. Della serie ‘vorrei, ma non posso’, va spesso a sbattere contro la diga fatta da Peeters e Touré e la manovra per vie centrali scarseggia, perché spesso chiusa dal palleggio bianconero: 5.5
CASARINI – (dal 20’st) Ordinato: Non ha ancora il passo migliore, ma in mezzo porta più velocità e, soprattutto, più imprevedibilità, che gli avversari soffrono. Soprattutto i tentativi di aprire, di volta in volta, il gioco, che riconsegnano metri giocabili alla manovra alessandrina. Deve, però, incidere di più e meglio: 6
SULJIC – Suggeritore: interno sinistro non è una novità per lui, e sa aggiungere movimento e idee concrete. Ovunque lo si metta, canta e porta la croce, perché tutti i calci piazzati spettano a lui e, quando serve, va a consolidare la diga in mezzo. Dal suo piede la punizione che, poi, Chiarello finalizza. Impegno totale, lucidità non sempre alla pari: 6
CELIA – Propositivo: per tutto il primo tempo sembra aver ritrovato il passo dei tempi migliori, con spazi per sfruttare la sua vocazione offensiva che Di Pardo gli concede e che sfrutta senza farsi pregare. Le azioni pericolose, nel primo tempo, lo vedono coinvolto. Nella ripresa, abbassa anche lui il suo movimento e la spinta ne risente: 6
SARTORE – (dal 39’st) Vivace: con il suo ingresso in campo la squadra passa definitivamente al 4-4-2, che può diventare una variazione tattica anche per le prossime gare. Restituisce un po’ di pericolosità perduta, anche se la troppa sfoga non gli permette di incidere come servirebbe. E come vorrebbe: ng
EUSEPI – Generoso: ormai ha fatto la collezione di questa etichetta, che si addice ad uno capace di stare in area per interpretare il suo ruolo naturale di attaccante centrale e, pochi secondi dopo, ritrovarsi a dare un aiuto alla difesa recuperando palloni per ripartire. A volte anche a scapito della lucidità offensiva. Nel finale è pronto a ribadire in rete il missile respinto di Chiarello, ma il palo non ha la sua stessa generosità: 6
ARRIGHINI – Variabile: spazia su tutto il fronte attacco, riuscendo a togliere punti di riferimento alla difesa avversaria, che in più di un caso se le perde. Il tanto movimento, però, finisce per togliergli un po’ di lucidità quando dobvrebbe finalizzare, come quella qualla alta nel primo tempo, ciabattata quando avrebbe dovuto attaccare meglio il primo palo: 6
PANDOLFI – (dal 20’st) Impalpabile: dovrebbe fare lui l’attaccante centrale, ma non ha né il fisico, né il passo e così finisce per cadere nelle maglie della rete juventina, sicuramente meno impegnata quando prende il posto di Arrighini. Di buono c’è il movimento che fa nell’azione poi conclusa da Chiarello, a un minuto dalla fine, con parata e palo. Un po’ poco, però: 5