Angelo Armella e l’ospedale di Novi, storie intrecciate
La storia di Angelo Armella e del monoblocco ospedaliero di Novi diventano un libro. Cinquant'anni fa l'inaugurazione dell'edificio
NOVI LIGURE — Mezzo secolo fa a Novi Ligure veniva inaugurato il “monoblocco” dell’ospedale. A spingere per la sua costruzione fu Angelo Armella, l’esponente della Democrazia Cristiana fu presidente della Provincia, deputato e assessore regionale alla Sanità. La sua figura verrà ricordata venerdì 6 dicembre, quando si svolgerà la presentazione del volume “Angelo Armella e il monoblocco ospedaliero di Novi Ligure a cinquant’anni dall’inaugurazione (1969-2019)”, pubblicato dal centro studi “In Novitate” e dalla casa editrice Città del Silenzio, con la collaborazione della famiglia Armella.
L’appuntamento è alle 17.45, presso Palazzo Pallavicini (il municipio di via Giacometti). All’incontro interverranno il sindaco Gian Paolo Cabella, Francesca Chessa (consigliere comunale con delega alla Sanità), l’ex presidente della Provincia Fabrizio Palenzona e Antonio Armella. A coordinare gli interventi sarà Andrea Sisti.
Angelo Armella ha vissuto da protagonista la vita politica italiana del secondo dopoguerra. Attivo nella Democrazia Cristiana fin dagli anni della Resistenza, è stato consigliere comunale di Novi Ligure, più volte consigliere provinciale, poi presidente della provincia di Alessandria, consigliere regionale, assessore alla Sanità della Regione Piemonte e infine deputato a partire dal 1976. «Il libro, redatto sulla base di un’attenta ricerca condotta fra le carte dell’archivio Armella, nasce dalla volontà di ricordare l’uomo, il politico e l’amministratore, insieme con una delle opere che maggiormente è legata al suo impegno in favore del territorio: il monoblocco ospedaliero di Novi Ligure, inaugurato mezzo secolo fa e considerato all’avanguardia nell’edilizia sanitaria piemontese», spiega Renzo Piccinini, presidente di In Novitate.
L’ospedale di Novi ha origini antiche: in un censimento del 1592, a cura del parroco di San Nicolò, compare già il “San Giacomo” come “ricovero dei pellegrini”, situato nell’attuale via Cavour, accanto a una piccola chiesa e a una struttura che diventerà teatro. Nel 1902, dopo un lungo dibattito e grazie a un fabbricato donato dal conte Raggio, sorse il nuovo ospedale, lungo la strada per Serravalle. «Nel secondo dopoguerra, la costruzione del monoblocco, sotto la guida di Armella, garantì una politica sanitaria efficiente, idonea a rispondere alle nuove e mutate esigenze di una città in pieno sviluppo industriale e demografico», ricorda oggi Piccinini.