Ex Ilva: i sindacati attaccano, la politica si difende
Ieri sera consiglio comunale aperto sulla crisi dell'azienda
NOVI LIGURE – Il consiglio comunale aperto di ieri sera per analizzare i problemi dell’ex Ilva, compresi quelli dello stabilimento di Novi Ligure, ha fatto emergere la delusione dei rappresentanti sindacali, che si sentono abbandonati dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Gian Paolo Cabella.
Il contributo dei parlamentari presenti ha portato a due conclusioni, forse scontate, ma non prevedibili dal modo in cui era iniziato il dibattito: istituzioni, politica e rappresentanti sindacali dei lavoratori devono restare uniti perché l’interlocutore, cioè la multinazionale dell’acciaio ArcelorMittal, è pronto ad approfittare di ogni minimo errore. Tutti gli intervenuti a parlare ad eccezione di Lucia Zippo, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, hanno convenuto che l’eliminazione dello scudo fiscale è stato un errore.
Il consiglio comunale in seduta aperta di ieri sera ha avuto due grandi assenti: i lavoratori dello stabilimento, presenti solo con poche unità, e la popolazione novese. Nessuna mobilitazione popolare come si era abituati a vedere nelle varie crisi dell’Ilva o come, più recentemente, si è visto per la Pernigotti. Eppure ci sono in discussione i posti di lavoro di 700 dipendenti diretti e di altri trecento dell’indotto. Questo incontestabile dato ha due chiavi di lettura: o i novesi danno per perso il braccio di ferro sindacale con ArcelorMittal, oppure credono che non ci siano problemi per la ferriera e per chi vi lavora.
Per questo è parso efficace il richiamo all’unità tra istituzioni, politica e lavoratori e a recuperare il dialogo costruttivo con ArcelorMittal, dei parlamentari Paolo Zangrillo di Forza Italia; Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera; Federico Fornaro, capogruppo di Leu alla Camera; Massimo Berruti, senatore del gruppo ‘Cambiamo’ e Rossana Boldi della Lega. Sullo stesso tono l’intervento dell’assessore della Regione Piemonte Marco Gabusi.
I sindacalisti Stefano Ziantoni (Fiom di Genova), Salvatore Pafundi (Fim Cisl), Massimiliano Repetto (Fiom Cgil), Moreno Vacchina (Fim Cisl), Anna Poggio (Fiom Cgil), Marco Ciani (Cisl Alessandria – Asti) hanno detto chiaramente che in questa vicenda i lavoratori sono stati sin troppo penalizzati e non sono più disposti a fare concessioni per pagare colpe altrui. Ancora più esplicito è stato Stefano Ziantoni: “Non pensate di toccare uno di noi o di toglierci un solo euro. A Genova se ci toccano devono chiamare l’esercito”.
Sono intervenuti anche il presidente del consiglio comunale di Novi Ligure, Oscar Poletto, il sindaco Gian Paolo Cabella che ha aperto e poi tratto le conclusioni; i consiglieri comunali Rocchino Muliere, Giacomo Perocchio e Marco Bertoli; Gianni Malfettani, presidente della locale sezione Anpi.
Un dibattito aspro, a tratti teso ha lasciato senza risposta la domanda che tutti si son posti: cosa possono fare la città di Novi Ligure e le sue istituzioni per la vicenda Ilva?