La chiusura dell’Ilva? “Sarebbe una bomba su Novi”
Lo stabilimento dà lavoro a 700 persone più l'indotto. "Senza siderurgia si va verso la desertificazione industriale"
NOVI LIGURE — Anche il segretario generale della Fim Marco Bentivogli ieri mattina ha partecipato al presidio allestito davanti alla ex Ilva di Novi Ligure. «Senza siderurgia l’Italia è destinata alla desertificazione industriale – ha detto il leader delle tute blu Cisl – La situazione è drammatica». E per l’economia locale la chiusura o il ridimensionamento dello stabilimento di strada Boscomarengo sarebbe un disastro: oltre ai 681 dipendenti diretti, ce ne sono almeno altrettanti che lavorano nell’indotto, ad esempio nelle molte imprese di trasporto.
«Per questo territorio sono numeri importanti, che possono provocare un problema sociale non indifferente – hanno detto i sindacati dopo l’incontro con il prefetto Antonio Apruzzese – L’annuncio di Arcelor Mittal di voler rescindere il contratto di acquisizione dell’Ilva sta già provocando ripercussioni sull’attività produttiva nell’acciaieria di Taranto, che a cascata coinvolgeranno anche la fabbrica di Novi. Inoltre, il rinvio dell’incontro tra il premier Conte e i vertici di Arcelor Mittal fa salire la tensione». I sindacati hanno chiesto che le retribuzioni dei lavoratori non vengano intaccate durante questa ennesima fase di transizione e di incertezza.
Lunedì della questione Ilva si è occupato anche il consiglio comunale, che ha espresso forte preoccupazione per la delicatissima situazione degli stabilimenti ex Ilva a seguito della decisione dei vertici aziendali del Gruppo Arcelor Mittal di recedere dal contratto di acquisizione della fabbrica. Nell’ordine del giorno, approvato all’unanimità, l’eventuale chiusura degli otto siti produttivi in Italia (Taranto, Genova, Novi Ligure, Milano, Racconigi, Paderno Dugnano, Legnaro, Marghera) viene definita come una vera e propria «bomba sociale». Il consiglio, quindi, ha auspicato una rapida risoluzione della vicenda che garantisca il rispetto degli impegni assunti dal gruppo Arcelor Mittal e in particolare gli attuali livelli occupazionali, la tutela dell’ambiente e della salute.
Il consiglio, inoltre, ha chiesto al sindaco di adoperarsi presso il Governo per favorire una rapida e positiva soluzione della vertenza e a partecipare attivamente a tutti i tavoli di confronto promossi a livello istituzionale. Si è deciso, poi, di adottare tutte le iniziative necessarie per scongiurare qualsiasi ipotesi di chiusura dello stabilimento di Novi Ligure garantendo il rispetto dei diritti dei lavoratori e la tutela ambientale, nonché di convocare in tempi rapidi un consiglio comunale aperto sulla questione.