Autotrasporti, Confartigianato “chiama” il Governo: «Senza risposte pronti allo sciopero»
Fissato per domani a Roma l'incontro fra il presidente Caranta ed il ministro De Micheli
ALESSANDRIA – Attendono una risposta da Roma le 6.403 imprese artigiane piemontesi dell’autotrasporto. La speranza è che dal Governo possano arrivare segnali positivi, dalla richiesta di mantenere l’impegno sul recupero delle accise per i veicoli euro3 e sui 240 milioni di euro promessi destinati agli incentivi per investimenti ai rimborsi pedaggi autostradali, fino alle deduzioni forfettarie per le spese non documentate e deduzioni per il contributo al servizio sanitario nazionale e incentivi per la formazione. In caso contrario i dipendenti sono pronti a spegnere i motori.
Ad annunciarlo è Aldo Caranta, presidente di Confartigianato Trasporti Piemonte, in attesa dell’incontro a Roma con il Ministro dei Trasporti Paola De Micheli in programma domani, giovedì 14 novembre. «Dall’analisi dei provvedimenti contenuti nella Legge di Bilancio e nel DL Fiscale – commenta il numero uno dell’associazione di categoria – l’autotrasporto italiano esce gravemente penalizzato, con tagli irricevibili sui fondi per il recupero accise sui veicoli euro 3 e sulle risorse per la competitività del settore, mai discussi con le rappresentanze, che compromettono la sopravvivenza stessa di migliaia di imprese. In particolare qualsiasi taglio ai rimborsi delle accise per un settore che inquina solo per il 4,6% del totale ed ha già ridotto negli anni le proprie emissioni climalteranti è inaccettabile”.
Per le imprese di trasporto artigiane, infatti, il rimborso è un diritto che spetta agli autotrasportatori italiani per il contenimento dei costi, per equipararli a quelli degli altri operatori e per il mantenimento della competitività in ambito nazionale e comunitario. Per Confartigianato Trasporti deve rimanere un provvedimento intoccabile, a garanzia del futuro del sistema dei trasporti su gomma.
“Questo comunque non significa che il nostro settore non avverta la necessità di affrontare la questione della tutela dell’ambiente – precisa Caranta – però il Governo dovrebbe prevedere un serio piano programmatico che permetta alle imprese di affrontare la transizione ecologica mantenendo competitività, redditività e dignità. La transizione ecologica è un processo che prevede diverse fasi di attuazione e si deve sviluppare in un arco temporale congruo”.