I progetti realizzati e quelli che si faranno
In un anno e mezzo le attività nelle 5 aree tematiche, 'pilastri', su cui si fonda il Piano 'Azienda all?Opera' hanno portato un incremento di 10 milioni di euro
ALESSANDRIA – “Quello che vogliamo fare è tirare le fila e dare un ritorno a tutti sullo stato di avanzamento dei progetti e dei lavori presentati un anno fa con un aggiornamento del Piano strategico dell’Azienda Ospedaliera 2019-2023”. Così è iniziata la presentazione da parte del direttore generale Giacomo Centini che ha lasciato spazio poi alla presentazione dei singoli progetti, tra quelli già realizzati e quelli in corso, che potranno prendere avvio e in alcuni casi anche terminare già nel nuovo anno.
In un anno e mezzo le attività nelle 5 aree tematiche, ‘pilastri’, su cui si fonda il Piano ‘Azienda all’Opera’ (Operazione eccellenza, Perseguire l’efficienza, Essere con il territorio, Ricerca come missione, Accoglienza e benessere) hanno portato un incremento di 10 milioni di euro. “624 interventi chirurgici in più, un 15% di maggiore attrazione da fuori Regione che ha generato un impatto positivo sulla ‘mobilità passiva’ che ha registrato il valore più basso dal 2014 e che specularmente continua a far crescere la ‘mobilità’ intesa come attrazione da fuori”. Tra i maggiori valori c’è la Chirurgia pediatrica con un +25% da fuori Regione e anche l’Ortopedia pediatrica, oltre che un +20% della Chirurgia plastica. La maggiore resa nelle attività è stata data proprio dalla Chirurgia e dall’Area Medica , con una riduzione di 0,6 giorni di degenza media. “Andiamo avanti così” sono state le parole di incoraggiamento delle autorità presenti: dall’assessore comunale Paolo Borasio all’assessore Regionale alla Sanità Luigi Icardi. Oltre che dal presidente dell’Ordine dei Medici, Mauro Cappelletti e del pro rettore dell’Upo, Roberto Barbato, con cui c’è grande collaborazione e interazione.
Progetti realizzati
Tra le prime opere che hanno già preso forma c’è il nuovo e rinnovato Blocco Operatorio 1, finalizzato a semplificare e ridurre i percorsi per i pazienti. A cui si aggiungono le implementazioni di nuove tecnologie e la sostituzione di beni obsoleti come 4 angiografi, 15 defibrillatori, 70 letti e 15 sollevamalati (anche se ancora tanti altri strumenti sono previsti). Proprio sulla logica di un miglior servizio e di accoglienza e ospitalità sono già stati attuati miglioramenti nelle aree comuni, come le sale d’aspetto. L’ospedale di Alessandria ha già oggi la sua ‘Biobank‘ per la conservazione di tutti i materiali biologici donati dai pazienti e tra i progetti avviati ci sono quello ‘Mesotelioma‘ e il ‘Centro Bosio‘ per la diagnosi delle patologie pediatriche che ha un riconoscimento del 45% da fuori Regione.
Altri sono ‘in corso’
Alcuni progetti hanno tempo di chiusura più brevi. Come ad esempio il progetto ‘Mamma-bambino‘ per riunire all’ottavo piano tutto insieme la terapia intensiva neonatale con spazi più ampi “che si spera di inaugurare a metà del prossimo anno” e il reparto di ginecologia. Due sono i macro progetti sulla Chirurgia e sull’area Medica per arrivare a ridurre i tempi di attesa in Pronto Soccorso prima del ricovero e anche di ridurre i ‘secondi accessi’ specie in Chirurgia con una azione di ‘smart assistence’ attraverso telefonini e tablet. Anche l’intero blocco operatorio dell’infantile, in parte riprogettato grazie ad una donazione, deve essere portato a termine: lavori complessivi per 10 milioni con progetto preliminare che prenderà avvio a gennaio 2020. Tanti sono i settori che hanno bisogno di “aumentare l’offerta”: uno di questi è il centro di riabilitazione Borsalino. Poi ci sono i progetti ‘di rete’ come l’attivazione del servizio di assistenza infettivologica o della consulenza ematologica, la prima con consulenza telefonica, la seconda con mini-team che girano nei vari presidi ospedalieri: “siamo quasi pronti ad iniziare”.
Poi ci sono le ‘ristrutturazioni‘, come quella dell’atrio e di altri corridoi storici, fino ad arrivare a 5 grossi progetti per il futuro, con tempi più lunghi di realizzazione e costi maggiori: ristrutturare e migliorare gli spazi della dialisi, fare una terza sala di endoscopia, una nuova terapia intensiva cardiochirurgica e una nuova centrale di sterilizzazione. Tra le grandi aspirazioni: “arrivare a gestire e separare il flusso di pazienti al Pronto Soccorso”.