“Con gli attuali modelli avremmo previsto tutto”
La sfida del futuro è quella di arrivare a previsioni precise, monitorando i fenomeni con una approssimazione fino a 5 chilometri attraverso lo sviluppo e l?interazione di più modelli
ALESSANDRIA – Docenti, ricercatori, esperti, si sono riuniti mercoledì nell’aula magna del dipartimento di Scienze e innovazione tecnologica dell’Università del Piemonte Orientale per un convegno, coordinato dal professor Enrico Ferrero, docente di Fisica del Sistema Terra, in occasione del 25esimo anniversario dell’evento alluvionale che colpì Alessandria e il Piemonte. Da allora si sono evoluti ed affinati gli strumenti previsionali.
«Con i modelli attuali – spiega Massimo Mileggi di Arpa Piemonte – avremmo avuto una previsione più dettagliata dell’evento del 1994 con due giorni e mezzo di anticipo». Non è stato possibile, invece, prevedere l’evento alluvionale più recente, quello che ha colpito il basso Alessandrino poche settimane fa: «Si tratta di fenomeni totalmente diversi. Quello del 2019 è stato di tipo ‘convettivo’, un temporale cosiddetto rigenerante, difficilissimo da prevedere». E, proprio questi tipi di fenomeni rappresentano «una delle sfide della modellistica meteorologica ad alta risoluzione», spiega Giampaolo Balsamo del Centro Europeo di Bologna. Attraverso la raccolta dei dati dal 1979 al 2015, è stato inoltre possibile appurare come la temperatura media di Alessandria sia cresciuta di 1,2 gradi e come la media annua di pioggia caduta sia di 804 millimetri. A Gavi, lo scorso 21 e 22 ottobre, ne sono scesi circa 400.
La sfida del futuro è quella di arrivare a previsioni precise, monitorando i fenomeni con una approssimazione fino a 5 chilometri (oggi il raggio di previsione è di 18 km), attraverso lo sviluppo e l’interazione di più modelli.