Arcelor Mittal lascia l’Ilva: “Pronti a restituire le fabbriche”
L'azienda intende lasciare perché sarebbe stato eliminato lo scudo penale e si andrebbe verso lo spegnimento degli altiforni
NOVI LIGURE — Arcelor Mittal ha scritto al governo italiano manifestando l’intenzione di recedere dal contratto di acquisto dell’Ilva. La multinazionale anglo-indiana ha motivato la propria decisione spiegando che «dal 3 novembre, il Parlamento italiano ha eliminato la protezione legale necessaria per attuare il piano ambientale senza il rischio di responsabilità penale». «In aggiunta, i provvedimenti emessi dal Tribunale penale di Taranto obbligano i commissari straordinari di Ilva a completare talune prescrizioni entro il 13 dicembre – termine che gli stessi Commissari hanno ritenuto impossibile da rispettare – pena lo spegnimento dell’altoforno numero 2. Tali prescrizioni dovrebbero essere applicate anche ad altri due altiforni dello stabilimento di Taranto. Lo spegnimento renderebbe impossibile attuare il suo piano industriale e gestire lo stabilimento di Taranto».
Il recesso dal contratto di acquisto sarebbe giustificato dalla clausola «che prevede, nel caso in cui un nuovo provvedimento legislativo incida sul piano ambientale dello stabilimento di Taranto in misura tale da rendere impossibile la sua gestione o l’attuazione del piano industriale, il diritto di recedere dal contratto stesso». La società ha chiesto ai commissari di governo «di assumersi la responsabilità per le operazioni e i dipendenti entro 30 giorni».
Questo pomeriggio si terrà un vertice straordinario cui parteciperanno diversi ministri per studiare un provvedimento di urgenza che escluda la responsabilità penale per le imprese che adottano entro i termini le prescrizioni relative ai piani ambientali.