Ambulanti: «Piazza libera? Sarebbe un duro colpo, ma pronti a discuterne»
Cordaro (Alce): «La prima cosa da fare sarebbe quella di far rispettare le regole, anche agli spuntisti»
ALESSANDRIA – Tanti alessandrini sognano una piazza Garibaldi libera dalle auto e resa completamente pedonale, oltre che magari abbellita con verde pubblico, fontane, panchine e installazioni.
Una visione che, stante la (triste) realtà economica di Palazzo Rosso chiaramente non è realizzabile in tempi brevi, ma qualche decisione si potrebbe comunque prendere. Tra l’altro, in un periodo in cui è aperta pure la discussione in merito al Pums – Piano urbano di mobilità sostenibile.
Che fare però del mercato? Non sono pochi quelli che vedrebbero di buon occhio uno spostamento dei banchi nelle vie adiacenti o, addirittura, in piazza della Libertà come negli anni Ottanta.
«Abbandonare piazza Garibaldi sarebbe, per noi, un’ipotesi pesante», risponde Salvatore Cordaro dell’Alce, l’associazione che coordina e rappresenta un gran numero di ambulanti.
La porta, però, non è totalmente chiusa. Anzi, una discussione si potrebbe intavolare e, secondo lo stesso Cordaro, «la prima cosa da fare, subito, sarebbe quella di far rispettare le regole. A cominciare da quelle che normano la presenza degli spuntisti: se infatti ci sono tanti posti vuoti al giovedì e al sabato, e parliamo di una quarantina di stalli, non dev’essere una abitudine ‘girarli’ ai commercianti che arrivano da chissà dove».
Ma se ci sono tutte queste aree a disposizione, che fare? «Visto che si vuole ‘liberare’ la piazza, perché non pensare ad accorciare il mercato? Si potrebbe ‘tirarlo su’ dalla parte dei giardini, lasciando l’ingresso delle auto sul versante dell’orologio. Oppure, altra soluzione, compattare i banchi arricchendo l’offerta con l’aggiunta di qualche alimentare di qualità, come vado dicendo da tempi non sospetti, e dare sfogo nel resto del sito ad eventuali abbellimenti».
Resta il fatto che una soluzione deve essere trovata. «Ci siamo visti più volti con l’amministrazione – risponde Cordaro – ma al momento ancora non c’è un progetto concreto su cui discutere e confrontarsi. Perché, attenzione, nel dibattito andrebbero coinvolti i negozianti ‘tradizionali’, ovvero quelli del commercio fisso, con i quali parlo quotidianamente e con i quali condivido preoccupazioni e problemi. Non è penalizzando una parte che i guai si possono risolvere…».